Monza non perderà il Gran premio di Formula1, ma Aci Milano dovrà silurare i dirigenti di Monza
Monza Formula1, non perderà il Gran premio d’Italia dal 2017. Quello che perderà è l’attuale dirigenza della Sias. Come avevamo già scritto a settembre dello scorso anno. Andrea Dell’Orto e Francesco Ferri pagheranno per le loro incapacità. Ampiamente dimostrate sul campo, così come sostiene da mesi Bernie Ecclestone e ora sempre più persone in Brianza. O anche: Il Gran premio preso per i … Capelli. Il pallino è infatti finito nelle mani di Ivan Capelli presidente Aci Milano che controlla la Sias, la società che ha in gestione la pista di Monza. In settimana l’ex pilota Ferrari convocherà un Consiglio di amministrazione con all’ordine del giorno la situazione di Monza. Capelli ha sempre vestito sull’argomento i panni di don Abbondio. Era, sino a ieri, restio a indossare quelli di don Rodrigo e “silurare” i due perché sono stati quelli che lo hanno fatto sedere sulla poltrona di Aci Milano. Ma la situazione si è fortemente compromessa nelle ultime ore tanto che l’attuale commentatore televisivo non può più tergiversare come ha fatto sino ad ora. O loro messi alla porta o lui commissariato da Roma. E in mezzo la permanenza del Gran premio a Monza. Altre realtà come Imola hanno già fatto sapere di essere pronte a mettere soldi e uomini a disposizione pur di riavere la gara. Anche la carta politica, giocata ampiamente in passato da Dell’Orto, si è rilevata non una briscola, ma una scartina inutile. La Regione Lombardia (Lega e Forza Italia) non lo sostengono più a spada tratta come prima.
LA SITUAZIONE – Non mancano i soldi per chiudere il contratto con Berine Ecclestone (25 milioni di dollari), ma c’è una condizione. Che Andrea Dell’Orto (presidente) e Francesco Ferri (direttore del circuito) si dimettano dai vertici della Sias. La sparata di alcuni giornali, domenica mattina, che rilanciano l’idea del Gran Premio via da Monza, va vista nell’ottica della concomitanza con l’inizio della stagione di Formula 1 e dell’esposizione mediatica dell’evento. Sparata che ha contribuito a far precipitare la situazione verso la resa dei conti finale. Una guerriglia urbana che dura da mesi.
LE VOCI – Tra voci e smentite, la battaglia sul rinnovo del contratto tra Bernie Ecclestone e il circuito di Monza continua. Inizia il mondiale di Formula 1 e il Foglio rilancia una battuta di Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci Italia che era già stata scritta e riscritta. Solo che l’incipit dell’appuntamento mondiale con le vetture fa scaldare i motori e la battuta diventa dichiarazione e poi verità assoluta. Nel frattempo il duo Dell’Orto-Ferri mette in pratica la sua specialità: la fuga. La Sias ha infatti cancellato l’incontro con la stampa previsto per martedì dove doveva essere ufficializzato il calendario delle gare targato 2016. ufficialmente perché alcune gare non sono ancora state confermate in calendario, nella realtà una via di fuga per non rispondere alle domande sulla sopravvivenza di Monza.
LE RICHIESTE – Bernie Ecclestone ha posto come condizione per rinegoziare il rinnovo del contratto quinquennale del Gp d’Italia di Formula 1 a Monza, l’uscita dalla Sias dei suoi vertici attuali. La ragione del “siluro” è semplice: la gestione dell’autodromo nell’ultimo anno ha prodotto un buco che si è mangiato il capitale sociale della società. E’ dovuto intervenire l’Aci Milano, l’azionista di riferimento, per ricostituire almeno una parte del capitale, ma le casse sono vuote. E come fidarsi dei soldi promessi? Infatti non ci sono denari per finanziare la quota che la Sias deve mettere per chiudere l’accordo con Ecclestone, visto che l’Aci Italia porta in dote 15 milioni di dollari (Ecclestone però vuole essere pagato in dollari…) dei 25 necessari a garatirsi la Formula 1 a Monza. Ma non ci sono le risorse nemmeno per avviare i lavori di trasformazione della pista nella zona del Curvone, per compiacere le richieste della “Dorna” che ha chiesto un intervento sul tracciato per riportare la Sbk a Monza nel 2017. Un’ipotesi che ha contrastato non poco il patron inglese per tanti motivi a cominciare dal fatto che l’architetto di fiducia (il tedesco Hermann Tilke) è stato bypassato. Non solo, ma le modifiche porterebbero al taglio di piante secolari con relative polemiche annesse che non fanno bene alla Formula1. monza ha già dato nel 1994. Dell’Orto vorrebbe cancellare il Curvone per ridisegnare un pezzo di pista sul vecchio raccordo Pirelli, rivedendo il tratto che va dalla Prima Variante a quella della Roggia. Ecclestone teme che gli attuali gestori di Monza non siano in grado di portare a termine il mandato quinquennale e per questo chiede delle garanzie al presidente di Aci Italia, incaricato dal premier Matteo Renzi e da Giovanni Malagò, l presidente del Coni, di chiudere la trattativa.

DELL’ORTO – Per il presidente Sias la salvezza dell’autodromo passa per le moto. Ecclestone non è di questo parere. Dall’Orto è pronto a rinunciare alla Formula 1 se potrà mettere le mani sulla Sbk e poi sulla MotoGP. Parole, solo parole dal momento che il piano industriale del 2015 si è rivelato un vero buco nell’acqua.
CAPELLI – La soluzione è il commissariamento dell’ACI Milano come ultima spiaggia per Angelo Sticchi Damiani. Un passo prima. Ivan Capelli è stato invitato a far decadere il Cda, ma l’ex ferrarista non se la sente. Previsto anche il ritorno dell’avvocato Federico Bendinelli messo alla porta precipitosamente dal duo Dell’Orto-Ferri. Bendinelli ha un ottimo rapporto con Ecclestone. Nel frattempo l’Italia e Monza sta facendo una figura pessima in tutto il mondo.