Monza frustate al lavoratore considerato un lazzarone

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Fotografia del lavoro in Brianza secondo l’Ufficio vertenze della Cisl Monza Brianza Lecco

Monza frustate al lavoratore in un’azienda di Lecco considerato dal “padrone” un lavativo. Come ai tempi della schiavitù negli Stati Uniti d’America. Più o meno. C’è anche questo nel consuntivo dell’Ufficio vertenze della Cisl targato 2018. Ed ancora. Pur di mantenere un posto di lavoro i dipendenti mettono in secondo piano il rispetto del contratto e dello stipendio per poi andarsene non appena trovano una migliore occupazione. Lavoratori più disponibili ad intentare vertenze per il recupero crediti di stipendi non pagati. Piuttosto che intraprendere cause per diritti calpestati. Un territorio ancora ancora in crisi. Soprattutto nel comparto alimentare.

Monza frustate al lavoratore, fotografia del lavoro

“C’è una ripresa lenta – spiega Mauro Todeschini, segretario Cisl Monza Brianza Lecco – In linea con le aspettative”. Numeri alla mano il settore che risente maggiormente della crisi con relativo fallimento dell’azienda è il comporto alimentare (51 i lavoratori del comparto che si sono rivolti alla Cisl, mentre l’anno prima erano stati solo 4), migliorano invece i settori meccanici (204 lavoratori rispetto ai 320 dell’anno prima) e del commercio (91 lavoratori rispetto ai 173 del 2017). “Il lavoratore continua a rivolgersi al nostro sportello principalmente per la richiesta del recupero crediti – spiega Stefano Goi, responsabile Ufficio vertenze -. Rispetto al passato c’è stato un rallentamento dei fallimenti, che però non sono ancora scomparsi: staremo a vedere, i dati positivi del settore commercio sono confortanti”.

Monza frustate al lavoratore, i dati delle vertenze di lavoro

Numeri alla mano nel 2018, su 898 lavoratori seguiti dall’ufficio vertenze, 542 per recupero crediti, 164 per opposizione al licenziamento, 92 per l’incentivo all’esodo e 57 per la regolarizzazione del rapporto di lavoro. Chi sceglie di licenziarsi lo fa soprattutto perché trova un’occupazione migliore. Un lavoro più vicino a casa che permetta una crescita professionale. Scelte che riguardano soprattutto i lavoratori under 50. Resta sempre una percentuale di persone che scelgono di lasciare il lavoro per problematiche interne (mancati pagamenti, discriminazioni e molestie…). Dati che confermano quelli dell’anno precedente.

Monza frustate al lavoratore e il tempo determinato

Una situazione invece nuova è quella dei lavoratori a tempo determinato. Dalla fine del 2018, con l’introduzione del Decreto Dignità, sono in aumento i casi di lavoratori che si rivolgono allo sportello di via Dante a Monza perché non si vedono rinnovare il contratto a termine. Circa uno al giorno. I lavoratori che alla fine del contratto restano a casa e chiedono informazioni sulla possibilità di poter intentare una causa. Al futuro i sindacati guardano con ottimismo sperando in una ripresa.

Monza frustate al lavoratore cosa è cambiato in 10 anni

“Nel 2009 quando i lavoratori si rivolgevano al nostro sindacato era soprattutto per la soluzione di vertenze interne e di situazioni di litigiosità – precisa Stefano Goi – Dal 2010 invece la richiesta maggiore arriva proprio dal recupero crediti”. La crisi ha messo in ginocchio non solo gli italiani ma anche gli stranieri. Nel caso della perdita del posto – conclude Todeschini – il lavoratore perde il permesso di soggiorno.

Marco Pirola

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