È scattato oggi il terzo giorno di protesta per i Forconi di Monza e Brianza.Dopo l’avvio lunedì, oggi è ancora presidio lungo viale delle Industrie dove gli organizzatori della manifestazione stanno distribuendo volantini che spiegano le ragioni della protesta. Un movimento che nonostante il freddo continua anche a livello nazionale. In sostanza queste le richieste: ricambio della classe politica (“via tutti”) e una riflessione seria sull’euro che ha favorito unicamente i gruppi di potere e i Paesi già forti.
Secondo giorno – Prosegue la protesta per i Forconi a Monza. Il gruppo di cittadini che da ieri stanno presidiando viale delle Industrie, resiste al freddo e alla fatica. La protesta era iniziata ieri mattina, alle sei, con almeno un centinaio di persone riunite sotto lo slogan “Questa Italia si ribella e scende nelle strade e nelle piazze”. L’invito, lanciato dal Coordinamento nazionale di gruppi e dei movimenti, cui hanno aderito altre sigle tra cui Cobas del Latte, Movimento autonomo trasportatori e gli stessi Forconi, sta riscuotendo simpatie anche da parte degli stessi automobilisti. Oggi il presidio proseguirà fino ad altra decisione.
Primo giorno – Si sono presentati come “normali cittadini” che hanno voglia di cambiare. Basta politica che pensa a se stessa, basta al far west che stermina il lavoro, basta alla disoccupazione e ad un euro che sta massacrando l’Italia. Questa mattina teatro della protesta non era Agrigento e la Sicilia dove il movimento è nato, ma Monza, cuore della Brianza proverbialmente industriale e industriosa. Viale delle Industrie bloccato dalle 6 di mattina dai “Forconi“. Tutti uniti nella protesta, nata come accade da tempo su facebook dove il gruppo “coordinamento nazionale dei gruppi e movimenti” cui aderiscono anche altre sigle come AiTras, Forconi, Movimento autonomo autotrasportatori, Cobas del Latte, Azione rurale veneto e Censura.com, ha dato vita ad una sorta di blocco. Le auto in realtà passavano, ma i cartelli facevano ben capire quale era il clima. “Noi siamo gente comune – spiega Armando Grasso, uno dei portavoce della protesta – siamo gente normale che è stanca di subire una politica che non c’è. Io sono fortunato, ho un lavoro, ma penso ai miei nipoti e alle persone come me. E dico basta”. E così anche i cartelli esposti che recitavano frasi come “Game over” e “9 Dicembre, l’inizio della fine”. Il clima di rabbia che sta montando e che al di là di grillini, movimenti di destra, antagonismo di sinistra, sta raccogliendo sempre più consenso. Persino gli automobilisti, normalmente non troppo disponibili al confronto, questa mattina sembravano almeno accettare di buon grado la situazione…