Leggi la risposta alle polemiche: “Monza, il Lambro e la beneficenza tra polemiche e fango”
La Monza che spala il fango del Lambro e la “Monza bene” che fa festa in Villa. La Monza di “classe” che folleggia e la Monza di “lotta” che lavora per arginare l’emergenza. I vip che ballano sotto le stelle e i volontari che sudano sotto la pioggia. Stessa ora, stesso palcoscenico. Facce diverse. Piume, lustrini e tette da una parte. Sacchi, sabbia e sudore dall’altra. Fuori al freddo, la Monza che produce soldi. Dentro al caldo, quella che li conta. Solo la pioggia e l’acqua del Lambro erano le stesse. Il calduccio e la musica disco della Villa contro il rumore degli argini rotti e del fiume incazzato che regala umidità. A dividere Monza, sabato sera, c’erano non più di centro metri (la distanza tra la Villa e il ponte delle Grazie Vecchie). Cento euro (il costo del biglietto in Villa). Cento motivi (questi non qualificabili e quantificabili). Cento metri lunghi, alti, inavvicinabili come il muro di Berlino dei “tempi d’oro”. Signori in smoking rigorosamente griffato Caraceni che danzavano al suono dell’orchestrina mentre la musica bagnava la pioggia e Monza affondava modello Titanic. Sciure e sciurette (i brianzoli doc sapranno cogliere la sfumatura…) che telefonano ai giornali: perché sai, stasera ci sono tutti in Villa e se piove non posso mica mettere il tacco 12.
LA CRONACA DELLE 24 ORE DI PIENA DEL LAMBRO
Festa grande nella reggia che fu dei Savoia, ma anche della politica vipparola. Qualche metro più avanti, lungo le sponde del Lambro, fiume ancora una volta con la voce grossa e la voglia di far danni, loro. I ragazzi della Protezione civile con la pettorina sporca, sudata. I volontari di Croce rossa con la divisa umida e fradicia spesso anche non della misura adatta (per risparmiare si fa questo ed altro da quelle parti). I carabinieri non rassegnati al peggio che hanno presidiato Monza come se fossero sul Carso. I poliziotti con le auto anteguerra come la Stilo, sotto l’acqua senza ombrello ad accompagnare vecchiette ed osservare che nessuno si facesse male. E pure loro, i vigili urbani (questa volta impeccabili) che sotto l’acqua bagnati fradici pensavano a tenere a bada i mentecatti di Monza e dintorni, venuti a valle come la piena, per affacciarsi sui ponti del Lambro e farsi un selfie come si usa ora.

Certo diranno i vipparoli di Monza che lo hanno fatto per una nobile causa versando 100 euro ai malati di Sla. Ma non erano gli stessi che si erano lamentati quando Matteo Renzi si era versato un secchio di acqua gelata in testa? Che lo hanno fatto per curiosità. Per vedere se le tette di Maria Grazia Cucinotta sono all’altezza della fama e a prova di silicone. Se le gambe di Alba Parietti che hanno fatto sognare un’intera generazione ed arriccchire gli oculisti di mezza Italia, sono a prova di chirurgo plastico. Se il monzese Morgan è poi così X-fatto anche dal vivo. Certo, tante cose. Ma fuori il delirio imperava, la pioggia scendeva ed il peggio era stato evitato solo grazie ai ragazzi brutti, sporchi e in qualche caso cattivi. Potevano i vipparoli della “Monza bene” dare i 100 euro e scendere in strada con vanga e piccone anche se non in tinta con la cravatta di Marinella. Per esempio. Possono in futuro, fare qualcosa magari aiutando una delle associazioni impegnate in prima linea sul fronte Lambro. Potranno ora, più economicamente, dire come ho fatto io da queste pagine un semplice grazie. Non costa nulla. E’ gratis. E’dovuto. Grazie ragazzi! (Vigili urbani compresi)…
Marco Pirola
P.S.
Se qualcuno avesse da obiettare: ma tu Marco Pirola che cosa hai fatto? La riposta è semplice: poco. Ho risposto al telefono di chi chiedeva e mi conosce. Ho scritto un centinaio di chat e altro a chi non sa nemmeno chi sono. Ho dato risposte. Anche se fossero semplici indicazioni o informazioni sulle vie sgombre, l’acqua, il Lambro. Ho fatto il mio mestiere. Male come sempre. Ma almeno non ho ballato sotto le stelle credendomi un vip per una notte.