Appello per i cani di Monza e Brianza condannati a morte

 

monza-cani-nuovabrianza

Appello per i cani di Monza e Brianza condannati a morte. Una lettera aperta di una volontaria impegnata da anni nell’accudire i cani protagonisti di episodi di cronaca. Sos cani: feroci solo per volontà dell’uomo.

LA LETTERA – “Ogni giornalista ha un suo settore da seguire: cronaca rosa, sportiva ecc. Per i cani questo purtroppo non succede. Si può sintetizzare: il primo che arriva scrive l’articolo. Anche i giornalisti nel raccontare i fatti non distinguono, a volte, un labrador da un rottweiler, un pitbull da un pastore tedesco. Sembrerà strano, ma è così. Ne sappiamo qualcosa in passato anche recente. Ogni giornale posta la notizia in modo diverso. La colpa però ricade sempre sul cane. Non si fanno ricerche approfondite del perché sia accaduto. A volte si usano immagini di repertorio e chi finisce sempre in prima pagina è il rottweiler. Poco tempo fa , il cane in questione protagonista di un fatto di cronaca era indicato con una foto di repertorio come rottweiler, ma non lo era.

I GIORNALI E I CANI – Ho scritto personalmente a Studio Aperto una lettera di lamentele. Mai ricevuto risposta. Discriminano le razze, senza conoscerle. Le colpe di quanto succede ricadono su: rottweiler, pitbull, pastore tedesco. Deve esserci tutela per questi cani, devono esserci giornalisti preparati a scrivere certi articoli. Non devono questi incapaci aizzare la gente contro questi cani. L’animale ci ha sempre rimesso. In modo particolare fanno notizia ” questi” cani, fosse stato una mezza taglia nessuno avrebbe saputo niente, ma per certi idioti questi cani fanno notizia. Occorre preparazione nel trattare questi fatti, dare il torto o la ragione a chi ce l’ha. Uomo o animale che sia.

DOPO L’INCIDENTE COSA SUCCEDE AL CANE – Il cane viene sottoposto ad un trattamento di dieci giorni di osservazione ( nessuno lo guarda, nessuno interagisce con lui) scaduti questi giorni si riunisce una Commissione ASL che sulla base di una somma di punteggi stabilisce se il cane deve essere soppresso o no. Naturalmente la famiglia, i fino ad allora proprietari, colpevoli nella maggior parte dei casi, se ne fregano, non coprono le spese invece di un percorso di recupero, abbandonano a se stesso, quello che fino ad allora è stato un componente della famiglia”.

Francesca B.

cani-monza-volontarie

Commenti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here