DALLA BRIANZA ALLA SVIZZERA – Ufficialmente dal 2009 risiedeva in Svizzera. Il broker era in perenne movimento con un iperattivismo sospetto. Al solo seguire le tracce da registro di commercio svizzero ci si sente nel ruolo della pallina da “flipper”, con due distinte sensazioni circa l’operato del sedicente “broker” romano per nascita e della Brianza per adozione. Possibile che le società venissero o acquisite o messe in piedi ed invariabilmente esse finissero sul binario morto, con procedura fallimentare e radiazione d’ufficio? Errori nella gestione ed incapacità dei soci, o un progetto mirato all’interno del modello secondo cui un’impresa è soltanto cartiera di documentazione contabile “pro tempore”, ed a fini di terzi? Sulla materia dovranno esprimersi coloro che stanno conducendo indagini serrate, peraltro ipotizzandosi altri e prossimi provvedimenti giudiziari su suolo italiano ed afferenti al caso di specie; ma il castello di società (distinte, al momento non pare ravvisabile un sistema di scatole cinesi) è tale da indurre a sospetti autentici.
LE SOCIETA’ – Filone uno, 4 dicembre 2009: Sangiovanni diventa amministratore unico della “Busnis Sa”, costituita l’11 marzo 2008 con sede in Lugano, via Maggio 1b-c, e dal 2 dicembre 2008 trasferita a Lugano, via Molinazzo 2. Filone due: 4 dicembre 2009: diventa amministratore unico della “Yacht art” con sede in Lugano, via Molinazzo 2. Filone tre: 17 dicembre 2009, diventa amministratore unico della “Direct consulting Sa” con sede in Lugano, via Molinazzo 2. Rimbalzo al filone uno, 22 giugno 2010 la “Busnis Sa” cambia denominazione in “Gh international Sa” e la sua sede viene trasferita a Massagno, via San Gottardo 89. Capolinea per il filone due, 10 agosto 2010: la “Yacht Art Sa” viene dichiarata fallita con decreto della Pretura di Lugano; secondo procedura, la società medesima è posta in liquidazione e verrà infatti radiata dal Registro di commercio in data 5 gennaio 2011. Ancora al filone tre, 10 settembre 2010: risulta dimissionario dal ruolo di amministratore unico della “Direct consulting Sa”. Filone quattro, 16 marzo 2011: Sangiovanni risulta membro unico del Consiglio di amministrazione della “Ga commerzial Suisse Sa” (scritto proprio così, “commerzial”…), già con sede in Roveredo (Canton Grigioni), da questa data con sede in Lugano, via Massagno 24. Filone cinque, 3 aprile 2012: diventa amministratore unico della “SageGru Sa”, con firma individuale, ed ha come socio Andrea Leone, cittadino italiano di Origgio in provincia di Varese. Nella stessa circostanza viene assunta la denominazione “SageGru Sa” con trasformazione dalla precedente “Comeco2 holding Sa” di via Luganetto 2 a Lugano quartiere Viganello e nuova sede posta in via Maraini 4 a Lugano; per la cronaca, della non più esistente “Comeco2 holding Sa” troviamo ancora un sito InterNet regolarmente funzionante, ancorché non aggiornato sin dal 2008. Recuperiamo il filone uno per mandarlo all’ammasso, 26 febbraio 2013: della “Gh international Sa” già “Busnis Sa” viene dichiarato il fallimento, sicché hanno luogo liquidazione ed estinzione (riga tombale dal registro di commercio in data 27 settembre 2013). Restano a questo punto in ballo due percorsi su cinque, e si noti l’improvvisa accelerazione nei tempi. Filone quattro, 23 ottobre 2013: Sangiovanni si dimette dal ruolo di amministratore unico della “Ga commerzial Suisse Sa”. Filone cinque, 28 novembre 2013: il broker si dimette dal ruolo di amministratore unico della “SageGru Sa”, che nel contempo assume domicilio alla “Core fiduciaria Sa” in via Luigi Lavizzari 3 a Lugano. Bingo.
IL TRUCCO – Tutte imprese a personale zero o uno, tutte società con capitali al limite di legge o appena sopra (e si parla dunque di 100-150’000 franchi svizzeri). Tutte operazioni a perdere. A perdere mica tanto. Garantivano la vestibilità finanziaria del denaro in transito, pensano invece gli inquirenti italiani, che rilevano tra l’altro un episodio specifico ovvero il ruolo di corriere svolto in un’occasione dallo stesso Emanuele Sangiovanni in versione “Passo la frontiera verso nord con la valigetta piena”. La cifra: 173’000 euro, riferiscono. 173’000 euro, 215’000 franchi in un colpo. Un nulla, se bisogna dar credito al “giro” vorticoso di denaro gestito dalla banca dell’Ndrangheta in Brianza: 200, forse 300 milioni di euro tra soldi in cassaforte, conti correnti, immobili, proprietà fondiarie, quote di aziende e quattrini ancora da incassarsi dai taglieggiati.