A Monza addio bandiera rossa ora c’è quella grigio cemento

Palazzinari di sinistra, facce di bronzo e architetti di provincia

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Addio bandiera rossa. Sulla città dove per decenni ha sventolato il vessillo sabaudo, ma anche la bandiera azzurra di Romani Paolo I, imperatore dell’Urbanistica, sventola ora quella grigia del partito del cemento. Bandiera grigia che ha sostituito la rossa. Monza, prima città in Italia, negli anni Sessanta, con un governo di centrosinistra. Prima città in Italia, Monza, con un borgomastro leghista negli anni Novanta. Ultima città, Monza, dove le “facce di bronzo” della politica sembrano avere la memoria corta dimenticando un passato tutt’altro che remoto. Il caso del “feltrificio Scotti” di via Battisti, la dice lunga di come vanno le cose. Gli architetti sì sa come sono. Capricciosi e irascibili come solo i tronisti di Maria De Filippi sanno essere. Sono tutti uguali da questo punto di vista. Ma a Monza ce ne è uno più uguale degli altri. Michele Faglia. L’ex sindaco della sinistra in bici, l’ex promotore della Lista civica contro il cemento che porta il suo nome (la lista, ma anche il cemento…), l’ex “bambino” prodigio della sinistra anni Duemila targato Pippo Civati (suo inventore), l’ex tante cose insomma. Quello per cui non è mai diventato un ex, è il mestiere di architetto. Del palazzo dell’Upim alla realizzazione di via Battisti (stessa casa, stessa mano, stesso cognome) non possiamo che discuterne il senso estetico. Nel primo caso (mi viene in mente Fantozzi e la corazzata Potemkin…). Una riflessione su come sono andate le cose nel secondo. Il merito sulla speculazione edilizia in atto per opera della giunta di sinistra, sarà lasciato ai posteri. Se 90 appartamenti sono pochi o tanti in un periodo dove non si vende un monolocale. Se sia necessario altro cemento in una città come Monza dove ci sono migliaia di appartamenti sfitti. Se un solo operatore che va per la maggiore a sinistra, possiede 460 case. Se le opere pubbliche contrabbandate in cambio del cemento siano sufficienti o meno. Se la pista ciclabile spacciata come panacea di tutti i mali della zona sia tale. Se i 67 parcheggi siano sufficienti o meno. Se i servizi ci saranno, se le valutazioni sul traffico ci sono state. Insomma tanti se su cui si può discutere all’infinito. Ma quello su cui non si discute sono le date della storia parallela di Faglia e del progetto. Poi ciascuno faccia le proprie valutazioni.
IL CALENDARIO
07.11.12: cambio dello statuto e nome in Lista Città Persone (Prima il partito presente in Consiglio comunale portava il nome dell’architetto Michele Faglia nel simbolo)
20.12.12: presentazione delle dimissioni di Faglia
10.01.13: surroga di Faglia in consiglio comunale
Febbraio 13: presentazione del documento di inquadramento territoriale nel quale viene inserito tra le 21 aree di intervento prioritario l’ex feltrificio scotti
23.04.14: approvazione da parte del CC del documento di inquadramento
17.06.13: incarico formale a Faglia come progettista del Piano Integrato di Intervento dell’ex feltrificio scotti
18.10.2013: cambio ufficiale del gruppo consiliare da “Lista Faglia” a Città Persone
Monza: Faglia e Mariani

In mezzo a queste date qualche dubbio

1) Tra la proprietà del feltrificio Scotti e lo studio Faglia c’erano rapporti legittimi di lavoro da almeno 20 anni. Vero o falso? Vero.
2) Faglia era presidente della Commissione Urbanistica e consigliere comunale e si è dimesso pochi giorni prima della presentazione del Pii in Comune da parte del privato. Vero o falso? Vero.
3) Dalle dimissioni di Faglia alla presentazione del Documento di inquadramento territoriale da parte della giunta è passato solo un mese. Vero o falso? Vero.
4) Il documento di inquadramento territoriale prevede il recupero di 240mila metri quadrati di aree dismesse sui corsi d’acqua del canale Villoresi e Lambro. Sono 21 aree privilegiate. Vero o falso? Vero
5) Il feltrifico Scotti è stato inserito in fase successiva visto che si parlava di zone vicini a corsi d’acqua. Ma perché quell’area sì ed altre no? Qui purtroppo dobbiamo chiedere l’aiutino da casa o al mago Othelma
IL PROGETTO –  ha delle debolezze (mancato introito degli oneri per oltre due milioni per la costruzione dell’ auditorium, impegno di spesa per un milione fa parte del Comune per il completamento dell’opera, la mancanza dei parcheggi e dei servizi in generale, l’aggravarsi del congestionamento viabilistico in una zona già fortemente penalizzata sul fronte del traffico, etc…): va detto che comunque si pone l’obiettivo di andare a sanare una importante ferita nel cuore di Monza. Rimane l’opportunità di firmare quel progetto. Ma si sa la politica ha le sue cambiali (Faglia) e Scanagatti (il sindaco) è un ottimo pagatore… Insomma il delitto compiuto è perfetto e la bandiera rossa sostituita.
Marco Pirola
P.S. rimaniamo in attesa di sapere non dall’ architetto, ma dal politico Faglia, già sindaco, come maiso sull’area dell’ex tintoria De Simone non si possa costruire perché zona di esondazione mentre sulla sponda opposta del Lambro, la stessa impresa (Galbiati) che realizzerà l’intervento sul ex feltrificio Scotti, ha già fatto una “speculazione da brivido”. Ma soprattutto ho ancora curiosità di conoscere i nomi dei loschi figuri che si aggiravano per i corridoi del palazzo comunale di cui lui aveva dato conto nel Consiglio comunale in cui era iniziata discussione sul Pgt. E anche il nome dei suoi colleghi architetti o similari di cui fa riferimento in un comunicato datato, ma pur sempre rimasto inevaso in cui dice testualmente: “Credo di aver pieno diritto di poter operare professionalmente a Monza senza dovermi nascondere dietro altri (pratica molto usuale), pur nella consapevolezza di dovermi assumere, per il ruolo pubblico che ho rivestito in passato, una doppia responsabilità”. Ecco ci piacerebbe sapere chi sono questi altri. Così sa, per sapere…
La politica della bandiera rossa : Faglia, Civati Penati
La politica della bandiera rossa : Faglia, Civati Penati

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