Monza, l’assassino del Tribunale non risponde

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Monza, l’assassino del Tribunale non risponde. Claudio Giardiello davanti al Gip monzese Patrizia Gallucci e al Pm Franca Macchia ha fatto nuovamente scena muta interrogato nel carcere di Monza. “Che volete che vi dica, se mi hanno visto… ha detto prima dell’interrogatorio. E’ troppo lunga da spiegare, ma poi racconterò delle ingiustizie che ho subìto”. Un piano portato a termine “con pervicacia non consueta”, ponendosi nell’aula in cui era processato nella condizione migliore per sparare e fuggire. Dopo aver freddato il coimputato Giorgio Erba e il testimone avvocato Claris Appiani, è uscito “con il colpo in canna e il cane alzato” di quella calibro 7,65 con cui ha completato l’opera, scendendo al secondo e uccidendo il giudice della Sezione fallimentare Ferdinando Ciampi. Nadia Savoca, il suo avvocato, aveva chiesto una perizia al giudice di Monza perché valutasse la capacità di partecipare all’interrogatorio del suo assistito. Uno psichiatra del carcere di Monza, che l’aveva visitato poco prima, ha però stabilito che l’imprenditore non è affetto da alcuna patologia e che è “totalmente capace” di capire quanto processualmente gli sta accadendo.

L’INTERROGATORIO – Più concentrato sui propri guai che sulla tragedia, il pluriomicida ha fatto mettere a verbale: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”. Non ha voluto dire come sia entrato a Palazzo di giustizia a Milano per uccidere, eludendo i controlli.

LE INDAGINI – Giardiello ha sparato in tutto otto colpi. Quattro all’interno dell’aula della Seconda sezione penale, due appena fuori dall’aula e altri due nell’ufficio del giudice Fernando Ciampi. A rivelarlo sono state le autopsie delle vittime. Nel motivare la sua pericolosità sociale, il gip ricorda quella frase pronunciata a caldo davanti ai carabinieri di Vimercate che l’avevano appena fermato, in sella al suo scooter, dopo aver lasciato Palazzo di giustizia: “Per fortuna mi avete fermato, perché altrimenti ne avrei ucciso un altro”. Gli inquirenti hanno appurato che l’uomo non era sotto l’effetto di droga, anche se è emerso che in passato aveva fatto uso di cocaina. r molestie nei confronti di un sua ex fidanzata. Di fronte a questo tipo di reato, in linea teorica, il permesso va revocato. Ed è su questo punto che gli investigatori.

I FUNERALI – Mercoledì i funerali. Per il giudice Ciampi e l’avvocato Claris Appiani saranno di Stato, mentre la vedova, il figlio e la nuora di Giorgio Erba, hanno comunicato che i funerali dell’uomo, che era coimputato di Giardiello, si terranno in forma privata mercoledì mattina nel duomo di Monza. I funerali di Stato, invece, saranno celebrati mercoledì, alle 16, nel Duomo di Milano dal cardinale Angelo Scola.

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