Monza, condannato Crippa commercialista dei politici, ma niente risarcimento

Fece sparire un milione da 5 società, ma i creditori restano a bocca asciutta

Monza, Antonio Crippa, il commercialista dei politici condannato, ma niente risarcimento ai truffati. Antonio Crippa patteggia la pena a 3 anni e 4 mesi di reclusione, ma senza risarcimento ai creditori. Giovanni Gerosa, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza ha accettato il patteggiamento chiesto da Antonio Crippa, il commercialista monzese, personaggio assai noto a monza per le sue assidue frequentazioni con i politici del centrodestra. Crippa era accusato di avere fatto sparire 1 milione di euro dalle casse di 5 società fallite di cui era stato nominato curatore dal Tribunale per tutelare gli interessi dei creditori. Il patteggiamento è stato chiesto ed ottenuto dal commercialista, arrestato con l’accusa di peculato dagli uomini della Guardia di Finanza di Monza. Walter Mapelli, il pubblico ministero della Procura di Monza, aveva chiesto ed ottenuto per Crippa l’ordine di custodia cautelare in carcere aveva. Crippa poi ottenuto gli arresti domiciliari ed era tornato in libertà.

MONZA: IL CASO – Nell’accettare il patteggiamento, il giudice ha disposto nei confronti dell’imputato la confisca di 1 milione di euro ritenuto il provento del reato commesso. I creditori dei cinque fallimenti non otterranno un euro perché Antonio Crippa non risulta avere intestato alcun bene anche se era solito girare in Porsche e Harley Davidson. A niente sono servite le indagini patrimoniali nei suoi confronti eseguite dalla Finanza per procedere con un sequestro preventivo di beni per l’equivalente del danno.

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Monza, Cesare Boneschi e Antonio Crippa soci di un’immobiliare

MONZA: LE INDAGINI – su Antonio Crippa per peculato erano iniziate nel maggio 2014. I giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Monza, si erano accorti di anomalie su alcuni mandati di pagamento al curatore fallimentare e gli avevano revocato l’incarico inoltrando al tempo stesso una segnalazione alla Procura di Monza. Walter Mapelli aveva delegato gli accertamenti ai finanzieri del Gruppo di Monza che erano riusciti ad individuare le modalità con cui l’ex curatore sarebbe riuscito a prelevare denaro o a disporre bonifici verso società a lui riconducibili. Il tutto senza autorizzazione dei giudici, ma soprattutto a loro insaputa. Sulla carta Crippa avrebbe dovuto tutelare i creditori dei fallimenti, nella realtà “tutelava” se stesso.

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LA TRUFFA – Crippa inoltrava richieste al magistrato per effettuare pagamenti. Sulla base dell’autorizzazione, la cancelleria del Tribunale emetteva in doppio il mandato di pagamento. L’esemplare inviato alla banca, però, veniva modificato da Crippa, con l’aggiunta di alcune cifre accanto all’importo per cui era stata ottenuta l’autorizzazione. Somme che poi scomparse nel nulla perché intascate dal commercialista.

Marco Pirola

SE VUOI SAPERNE DI PIU’: CHI E’ ANTONIO CRIPPA – CRIPPA E CASO SANGALLI

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