Voluto dalla Cooperativa Meridiana di Monza
Monza Alzheimer e la lotta contro il male che mina i ricordi. Il “paese ritrovato” è una sorta di miniatura. Un piccolo quartiere recintato con giardino, un teatro, la chiesa, minimarket e case a due piani di colore diverso una dall’altra. Un escamotage per facilitarne il riconoscimento da parte degli ospiti, persone con una forma di demenza. Ecco “Il paese ritrovato”, il villaggio Alzheimer che, rispettando i tempi (con questi chiari di luna e in questi tempi da lupi scusate se è poco, è stato inaugurato sabato 24 febbraio in via Casanova a Monza.
Monza Alzheimer la Cooperativa Meridiana
Voluto dalla cooperativa La Meridiana e progettato con la collaborazione del Politecnico di Milano, della Fondazione Golgi Cenci e del Cnr, il villaggio ospiterà a partire da fine aprile inizio maggio 64 persone. Uomini e donne che vivranno in case da otto e saranno seguite da 55 tra medici, infermieri, os e animatori.
Monza Alzheimer l’idea
L’idea alla base di questo miniquartiere creato prendendo ispirazione dal famoso villaggio di Hogeweyk, nel piccolo comune olandese di Weesp, è quella di non essere solo un luogo di cura ma anche e soprattutto “un luogo di vita”. Di permettere, a chi soffre di una demenza ma è fisicamente autosufficiente, di continuare ad andare a fare la spesa o dal parrucchiere in autonomia. Tutti questi servizi, infatti, sono previsti all’interno del villaggio, che è recintato. Un sistema tecnologico, oltre all’occhio del personale (che non indossa il camice e svolge anche il ruolo di commesso o barista), consente di monitorare gli ospiti. L’interno delle case è stato realizzato in modo da semplificare lo svolgimento di azioni. Come vestirsi o andare in bagno da parte degli ospiti perché possano farlo in autonomia. Come? Con l’aiuto di percorsi luminosi per terra, armadi «intelligenti», profumi che possano incidere positivamente sullo stato d’animo.
Marco Pirola