Monza Striscia la Notizia: presi gli aggressori di Brumotti

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Sono due cittadini del Gambia richiedenti asilo che spacciavano nei giardinetti di via Grassi

Monza Striscia la Notizia, in manette gli aggressori di Vittorio Brumotti. La Squadra Mobile della Polizia di Monza ci ha messo meno di un mese. Stamattina (4 febbraio ndr) l’epilogo. I poliziotti hanno aperto le porte del carcere di via Sanquirico per due cittadini originari del Gambia. G.D.S., 26 anni e T.L.  20 anni. Entrambi richiedenti asilo. La coppia. lo scorso 12 gennaio. si è resa responsabile dell’aggressione ai danni della troupe televisiva del noto programma “Striscia la Notizia”. Ai due cittadini stranieri, messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato contestato il reato di rapina aggravata.

Monza Striscia la Notizia: il fatto

Cento per cento delinquenti tanto per parafrasare lo slogan che ha reso celebre sul piccolo schermo Vittorio Brumotti. Era il pomeriggio di domenica 12 gennaio a Monza nei giardini pubblici di via Grassi, nei pressi del sottopasso di Monza Sobborghi. Cacciati o quasi dalla stazione, la zona è da tempo meta di spacciatori e tossicodipendenti. Durante la registrazione di un servizio, un collaboratore di Brumotti viene colpito di striscio con un coltello alla gamba. Molto più serie avrebbero potuto essere le conseguenze per lo stesso Brumotti colpito al petto, vicino al cuore, ma fortunatamente indossava un giubbotto antiproiettile che lo ha protetto dai fendenti.

Via Grassi

I giardini di via Grassi sono da tempo una piazza di spaccio nonostante i controlli delle Forze dell’ordine. Gli spacciatori e i clienti si sono spostati di qualche metro rispetto alla stazione ferroviaria di Monza. Quel giorno, poco dopo l’aggressione, sono arrivati sul posto tutti. Polizia, carabinieri, un’ambulanza e un’automedica. I feriti sono stati medicati sul posto mentre gli aggressori sono fuggiti. Subito era iniziato un lavoro certosino da parte degli agenti che hanno ricostruito l’episodio riuscendo, stamane, ad invidiare i colpevoli.

Marco Pirola

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