Monza 2.0, centro di ricerca internazionale all’autodromo

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Fra gli interessati Fca, Tesla, Iveco, Tata, Pirelli, Brembo, Magneti Marelli e i “big” francesi

Monza 2.0, un centro di ricerca internazionale nel “Tempio della Velocità” di Monza. L’autodromo corre verso un centro di ricerca sugli sviluppi delle tecnologie di guida autonoma. La pista di Formula 1 più famosa al mondo si appresta a tagliare il traguardo del centenario dell’inaugurazione (1922). Sarà uno dei poli di attrazione in chiave di evoluzione dei dispositivi di bordo. Una decisione che non spazza via le nubi di incertezza in merito all’effettuazione del Gran Premio d’Italia del 2020.

Monza 2.0 l’hub nei paddock

C’è volontà condivisa di creare un “hub” di primo piano dedicato alla ricerca sulle tecnologie driverless e sulla mobilità eco friendly, e che vedrebbe in prima persona l’impegno del Pirellone. La Regione Lombardia, con il vicepresidente Fabrizio Sala, coordina un tavolo di lavoro che ha suscitato interesse da parte di alcuni big player del comparto automotive. Dalle Case costruttrici ai rappresentanti dell’indotto. La tutela del tessuto industriale “brianzolo” potrebbe concretizzarsi anche in una promozione “materiale” delle rispettive attività di ricerca. Il tutto, riunito sotto un unico ombrello, in modo da offrire al mondo un polo attrattivo di primario interesse. Come avviene nella Motor Valley emiliana. “distretto della passione”. Dell’Italia dell’industria e dell’artigianato di altissimo livello in materia di motorismo.

Monza 2.0 i grandi nomi

Fra i grandi nomi che hanno mostrato il proprio interessamento all’impiego delle strutture dell’Autodromo di Monza in proiezione hi-tech, Fca e Iveco, Tata e Tesla. I marchi francesi e Lamborghini, Pirelli, Brembo e Magneti Marelli. Tutti potrebbero dare il proprio rispettivo contributo verso lo studio di nuove tecnologie rivolte alla “smart mobility” così come all’intelligenza artificiale; ed appare indicativo il coinvolgimento, oltre che dello stesso Automobile Club, anche del Politecnico di Milano. In merito ai progetti di “nuova mobilità”, anche possibili ulteriori sbocchi nell’impiego del gas naturale per autotrazione.

Marco Pirola

 

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