La “mala education” non rispetta la storia monzese
Monumento Caduti Monza, un letamaio. Da imperitura memoria dei caduti monzesi relegato ad urinatorio collettivo. Come solo certi autogrill sulle autostrade italiane lo possono essere nel mese di agosto. Da simbolo dell’orgoglio dei bivacchi sul Carso a quelli giovanili della serie “bella zio”. Con tanto di cartacce e rifiuti lasciati in mostra sotto i nomi dei monzesi morti in guerra. Dopo il weekend dedicato allo street food, ritorna il problema della maleducazione prima ancora di utilizzo di cui il monumento è vittima da qualche anno.
Monumento caduti: bella zio…
Gruppi di ragazzi arrampicati sopra le statue frutto del genio di Enrico Pancera. Rifiuti lasciati a corredo dei sacri marmi. Bottiglie di birra vuote in frantumi sparse sul prato con i cestini a un paio di metri. Gli unici ad accorgersi dell’incuria sono i commercianti monzesi che ogni tanto come in questo caso alzano la voce invocando attenzione. Vigili Urbani neanche l’ombra. Gli ambientalisti nostrani, giustamente attenti alla questione dei chioschi in centro per ricchi signori dediti allo street food, sembrano assenti. Impregnati altrove. A difendere le cinciallegre nel parco a strizzare l’occhio cavalcando il vento grillino. Silenzio su questo luogo storico del passato che magari a loro nulla dirà, ma che in passato ha rappresentato migliaia di monzesi.
Monumento Caduti Monza: un ripasso di storia
Il Monumento ai caduti in piazza Trento Trieste a Monza è stato ideato dallo scultore Enrico Pancera. L’opera è in ricordo dei caduti della I° Guerra Mondiale e fu inaugurata nel 1932. Tra i tanti spettatori dell’epoca, anche Benito Mussolini, arrivato in pompa magna per l’occasione. Per quanto riguarda l’interpretazione, il complesso scultoreo rappresenta l’ondata d’assalto guidata dalla vittoria alata. Dopo la conclusione del 2° conflitto mondiale, l’opera fu dedicata ai tutti i caduti in guerra. Sui tre lati dello zoccolo del monumento, sono elencati i nomi dei tanti caduti nel macello delle guerre mondiali.
Monumento Caduti Monza: gioventù d’assalto
Scordatevi la Vittoria Alata e le trombe di fanteria. Dimenticate il bronzo fuso imperioso simbolo del sangue degli eroi. Proprio non se ne parla di assalti alla baionetta. Ai giorni nostri, il colpo mortale lo stanno compiendo i ragazzi che, sera e pomeriggio, si ritrovano sul monumento. Oltre al poco rispetto delle giovani generazioni per il ricordo dei caduti, i “vandali” stanno letteralmente distruggendo la statua. Un salto da un muro all’altro, i resti delle bevute del sabato sera e i rifiuti sempre presenti. Non siamo in trincea. Caporetto è lontana e Vittorio Veneto anche a Monza ormai è solo una via. L’assalto avviene davanti al Comune di Monza. Ai piedi della lapide del generale Cadorna.
Monumento Caduti Monza: i commercianti chiedono rispetto
Gli unici a rivendicare un poco di rispetto sono i commercianti monzesi. Stanchi di rumori molesti e dell’assalto alla statua, gli imprenditori del centro storico hanno chiesto che venga posto un limite alla barbarie. Tutto questo, attraverso le parole di Domenico Riga, neo-eletto presidente dell’Unione Commercianti e consigliere comunale. Il trombettiere di Forza Italia suona la riscossa. Almeno cerca. Ricordando tra le altre cose un grande presidente dei commercianti monzesi come Umberto Pini, ufficiale dell’esercito che mai e poi mai avrebbe permesso questo scempio. Ricordiamo che al solo pensiero di trasportare il monumento sul piazzale del cimitero Pini mise in piedi una sollevazione popolare di cui ancora oggi si sente l’eco.
Alessandro Galli