I carabinieri intervengono a Bernareggio per allontanare l’uomo da casa
Moglie perde il figlio per un aborto spontaneo e il marito la punisce. Botte, schiaffi, spinte. Un inferno durato due anni poi l’arrivo dei carabinieri pone fine al Calvario. All’inizio era l’’amore, il matrimonio e quella speranza di un figlio da crescere assieme. Il sogno infranto di una 43enne brianzola di Bernareggio. Quando la donna ha perso il bimbo che portava in grembo, suo marito egiziano per punirla l’ha picchiata. Minacciata e obbligata ad uscire di casa solamente per andare a lavorare. Questo per oltre due anni.
Moglie perde il figlio la richiesta di aiuto
Lei ha tentato più volte di chiedere aiuto ai suoi famigliari e quando lil marito l’ha scoperto, ha minacciato di morte pure loro. “Se parli ancora vengo a casa e ti riempio di botte, te e la tua famiglia”. Una litania ripetuta sino alla nausea. È stata salvata dai carabinieri di Bernareggio dopo l’ennesima aggressione. Ora è libera. Lui, 27 anni egiziano, è stato sottoposto a un provvedimento cautelare di allontanamento da lei e dalla loro abitazione a Bernareggio.
Moglie perde il figlio
Quando ha perso suo figlio, la donna ha creduto di poter contare sull’affetto e la comprensione di suo marito per lenire il dolore. Invece, ha ricevuto solamente insulti e vessazioni. A partire dal quel terribile giorno di giugno del 2017. «È colpa tua, sei inutile», le avrebbe detto. E ancora: «Ora esci di casa solo per andare a lavorare». E poi schiaffi, calci, spinte fino a farla cadere a terra. «Ti taglio la gola». Le ripeteva quando lei provava a liberarsi dalla sua morsa aggressiva. Per acuire la sua punizione, oltre ad averla privata del telefonino e a permetterle di uscire solo per andare e tornare dall’azienda, le impediva di vedere la sua famiglia.
Marco Pirola