Nuove frontiere della medicina: embolia polmonare, nuova tecnica salva vita

Il professor Salvatore Spagnolo

La nuova tecnica inventata dal professor Salvatore Spagnolo cardiochirurgo di fama mondiale da anni in prima linea nella cardiochirurgia

Il professor Salvatore Spagnolo
Il professor Salvatore Spagnolo

 

IL FATTO –  Un paziente con embolia polmonare acuta massiva viene ricoverato d’urgenza per essere sottoposto ad intervento di embolectomia. Durante il trasporto in sala operatoria il paziente va in arresto cardiaco. Si attuano le manovre rianimatorie e per mancata ripresa del circolo viene iniziato in emergenza l’intervento chirurgico. Aperto il torace, il cuore si presenta disteso e senza nessun segno di attività.
LA NUOVA TECNICA OPERATORIA – Continuando il massaggio cardiaco, si pone il paziente in circolazione extracorporea, si svuota completamente il cuore destro e si apre l’arteria polmonare. Aspirato il sangue, si rimuovono i trombi che occludono le arterie. Per liberare il circolo polmonare dai trombi localizzati nei rami polmonari periferici e dall’aria entrata durante le manovre chirurgiche, viene attuata una tecnica personale di “inversione della circolazione”, che permette lo  svuotamento all’esterno sia dell’aria che dei trombi. Si procede quindi al progressivo svezzamento del paziente dalla circolazione extracorporea. Il cuore destro, prima disteso ed immobile, riprende gradualmente la sua funzione contrattile. A fine intervento il paziente è stato portato in terapia intensiva e dopo 24h trasferito in reparto per iniziare il ciclo di riabilitazione.

EMBOLIA POLMONARE – L’embolia polmonare è dovuta all’ostruzione del circolo arterioso polmonare, da parte di trombi di dimensioni variabili provenienti generalmente dagli arti inferiori. Quando più del 50% delle arterie polmonari sono ostruite si parla di embolia acuta massiva che, se non curata, ha un’alta mortalità.  L’embolia polmonare è un problema rilevante per la Sanità pubblica a livello internazionale.

LA STATISTICA – Si stima che negli Stati Uniti, ogni anno il numero di pazienti colpiti da embolia polmonare sia di 600.00-700.00 e che 150.00 muoiano. In Italia l’incidenza annuale è calcolata in 65.000 nuovi casi. Nonostante l’alta frequenza, questa patologia è praticamente sconosciuta dalla popolazione. Il trattamento abituale è di tipo medico e consiste nell’uso di eparina e trombolitici  Nei pazienti con embolia polmonare acuta massiva in stato di shock, la mortalità rimane comunque elevata ed è compresa intorno al 30%. 

PASSATO – L’intervento chirurgico abituale, tecnicamente semplice, consiste nella apertura della arteria polmonare e nella rimozione dei trombi, ma è gravato da una mortalità elevata tale da essere giudicato  eticamente non proponibile. In passato chirurghi di fama mondiale come Barnard o Cooley hanno proposto modifiche della tecnica  ma la mortalità è rimasta elevata. Questi risultati hanno limitato l’indicazione al trattamento chirurgico solo nei casi di pazienti in grave pericolo di vita che non abbiano tratto beneficio dalla terapia medica.

PRESENTE – “Prendendo in esame i tempi della tecnica chirurgica – commenta il professor Spagnolo – ho ipotizzato l’entrata, nelle arterie polmonari, di abbondante quantità di aria che consegue al loro svuotamento dal sangue e dai trombi e  che trasforma l’embolia organica in un’embolia gassosa diffusa. Aria e trombi periferici non possono essere eliminati con le tecniche abituali. Per superare questo grave problema ho messo a punto una nuova tecnica che consiste nell’ ‘invertire’ il flusso della circolazione polmonare. Questo permette di ripulire il circolo polmonare dall’aria e dai trombi localizzati al loro interno. (vedere youtube: embolectomia polmonare). A fine intervento si ha un pronto recupero della funzionalità cardiaca e respiratoria con scomparsa di tutte le complicanze mortali che caratterizzavano il decorso post operatorio. Con questa procedura sono stati da me operati con successo 32 pazienti”. Questa tecnica è attualmente descritta nei principali testi di cardiochirurgia ed è stata utilizzata negli Stati Uniti e in Iran”.

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