Scanagatti chiama l’ex amministrazione di centrodestra a pagare i 2,3 milioni per la vicenda dell’ex macello di Monza. E spunta una lettera che “inguaia” l’ex sindaco Mariani.
Ci sono 2milioni e 300mila euro da pagare per la vicenda dell’ex macello di Monza – un privato ci voleva costruire, il comune ritarda nella realizzazione (anni 2007-2012) e il tribunale lo condanna al risarcimento –. Chi tra fuori i soldi? ‘L’attuale amministrazione comunale di Monza’ dice il Tribunale. “I vecchi amministratori di centrodestra” sostiene Scanagatti, attuale sindaco di Monza (di centrosinistra). Per ora in attesa di un verdetto della Corte dei Conti, massimo organo contabile, la battaglia è combattuta a colpi di lettere. In particolare due.
LA LETTERA DI SCANAGATTI: “IO NON PAGO” – A nessuno piace passare per fesso. Figuriamoci se uno “permaloso” e attento, nonché politico di lungo corso, come il sindaco di Monza Roberto Scanagatti, sarebbe rimasto con il cerino in mano. Dopo la condanna del Tribunale di Monza a pagare, Scanagatti è passato al contrattacco. Con una lettera raccomandata, spedita giovedì scorso, ha messo in mora gli amministratori della vecchia giunta Mariani che hanno votato il via libera al progetto sull’area di via Procaccini e dintorni con una delibera votata a 15 giorni dalle elezioni. Atto dovuto dice. Per evitare la prescrizione in caso di accertamento di responsabilità da parte della Corte dei Conti. Sostiene. Per non passare per unico colpevole come sindaco. Destinatari tutti coloro che hanno votato la delibera che dava il via libera sull’area dell’ex macello di Monza al progetto della società Hi-Senses srl alla vigilia delle elezioni perse dal centrodestra. Un via libera al contratto tra pubblico e privato che prevedeva, tra le altre cose a favore di quest’ultimo, anche il pagamento di una penale di 300mila euro se entro 100 giorni il Comune non avesse dato corso a quanto scritto. Nei “premi” l’ex sindaco Marco leghistaMarco Mariani, Marco Meloro, Lucia Arizzi, Pierfranco Maffè, Silverio Clerici, Alfonso Di Lio, Simone Villa, Andrea Arbizzoni, Cesare Boneschi, Marco Baldoni. Assenti più o meno giustificati Paolo Romani e Martina Sassoli.
LA SECONDA LETTERA: IL CENTRODESTRA SAPEVA DEI PROBLEMI – “Per esigenze dell’Amministrazione Comunale, con la presente si richiede alla Vs società (il privato che voleva costruire, ndr) di non procedere alla realizzazione della quota parte di posteggi previsti sull’area da destinarsi a skate park all’interno del comparto dell’ex macello”.
Così in una lettera del 23 marzo 2009 (protocollo generale del Comune di Monza n° 0029719) firmata dall’ex sindaco Marco Mariani e dall’ex assessore Martina Sassoli. In altre parole: la vecchia giunta “stoppava” il progetto destinato ad allungare i tempi di realizzazione. Il perché è difficile da capire… Di certo della lettera nessuno in giunta ne ha saputo nulla, ma nei fatti impegnava l’Amministrazione di Monza nei confronti del privato prima della delibera di giunta (di 7 mesi dopo) in cui si modificava ulteriormente il progetto – e di nuovo i tempi di realizzazione… –. Intanto il privato poche ore dopo aveva risposto con un fax chiedendo tempo perché potesse adeguare il progetto (e iniziare finalmente i lavori). La lettera sino a ieri era andata “persa” nella mole di documentazione che costituisce il fascicolo “ex macello”: da questa lettera sono derivate la delibera del 6 ottobre 2009 e tutte le conseguenti altre di modifica del progetto. Insomma, modificare senza sapere come e perché il progetto era stato stoppato.
Della lettera ne aveva fatto velatamente cenno l’attuale sindaco Scanagatti in Consiglio comunale, quando si è parlato della vicenda. Siamo andati a cercarla e l’abbiamo trovata (vedi sotto).
IN CONCLUSIONE Non è stato costruito niente, ci sono stati dei ritardi dell’amministrazione Mariani e adesso il contro – i ritardi sono costato una condanna di risarcimento da circa 2,5 milioni di euro (parcella degli avvocati compresa) – lo deve (o dovrebbe) pagare solo Scanagatti?ù
Marco Pirola
