
Lissone, il salotto del sindaco si restringe. Il mistero delle panchine sparite dalla piazza a Lissone fa perdere la testa alla maggioranza. Eravamo stati facili profeti due settimane fa. Quelle 32 “opere di design” comprate a Torino da una multinazionale belga (alla faccia del made in Brianza) e spacciate ai lissonesi per divani, sono già da rottamare. Ad oggi ne sono rimaste 14 in piazza a Lissone. Niente paura. Con buona pace del figliolo del sindaco, intervenuto più volte sul post di nuovabrianza a difendere l’operato di mamma Concettina, le panchine non sono state rubate da quelli del centrodestra. Sono state ritirate e giacciono in attesa di una non “precisata revisione” in un deposito comunale. Chissà quanto ci costerà stavolta rimediare all’ennesima trovata.
LA RETE – Su Facebook impazzano gli sfottò e qualcuno della maggioranza di sinistra, del Pd, della parrocchia rossa chiamatela come volete, risponde alle insinuazioni degli avversari sul pagamento di tangenti, arrivando persino a scomodare i carabinieri. Paroloni. E pensare che non è passato molto tempo da quando la sinistra tacciava quei “ladri” del centrodestra di ogni nefandezza possibile ed immaginabile arrivando a produrre esposti in serie. Sono sicuro che per il “divano ristretto” di Concettina non sia stato pagato nemmeno un euro di tangenti. Nel suo caso non si tratta infatti di “corruzione”, ma di spaccio. Ha cercato di spacciare ai lissonesi una “cazzotta” tutta “made in sinistra” taroccandola per operazione politica. Ha preso lucciole per lanterne. Ha comperato pezzi di plastica costosi e delicati invece che panchine, ma soprattutto ha scambiato assessori per farfalle. Anzi farfallini…
Marco Pirola