Il sito che non convince. E forse anche qualcosa di più. Del resto, dopo aver speso 8mila euro, probabilmente l’opposizione aveva delle aspettative. Quella, per esempio, di scoprire che a Lissone c’è più di un solo autoricambi e tre negozi di alimentari. Gli altri chissà che fine avranno fatto. Una delle poche sezioni “piene” (e mancherebbe il contrario) è quella dei mobilifici.
Così www.lissoneonline.it, progetto nato con i fondi del Distretto urbano del commercio (Duc) all’epoca dell’ex assessore della giunta Monguzzi, Roberto Galbiati, è finito nell’occhio del ciclone. Troppi soldi rispetto a quanto si vede on line. Ad accendere i riflettori è stata Daniela Ronchi, ex candidata sindaco leghista, che in Consiglio comunale ha annunciato un’interpellanza dedicata all’argomento di cui sopra. Per farla breve, Ronchi ha prima demolito il risultato attualmente su internet e poi ha chiesto al Comune che intenzioni ha ora. Soprattutto, perché l’obiettivo di lissoneonline dovrebbe essere quello di promuovere il commercio urbano.
In pratica, una vetrina di quanto presente in città, capace di attrarre anche chi viene da fuori. Ma i dubbi non sono stati solo quelli di Daniela Ronchi, perché al coro si è aggiunta anche Lissone in movimento che ha chiesto alla giunta di sapere i termini con cui è stato affidato l’incarico, quali i criteri di scelta e se esistono penali in caso di non realizzazione del progetto nei tempi previsti.