Lissone, guai per Robertino Tamoil

Robertino Tamoil colpisce ancora. Questa volta a Lissone. A dispetto del nomignolo la sua stazza è di grande peso e tutti a Monza e dintorni lo conoscono bene. Qualche ex consigliere comunale brianteo più di tutti. Con quel soprannome è conosciuto a Monza per avere gestito per anni il distributore di benzina vicino alle suore Canossiane al “re di sasso” a Monza, distributore poi chiuso per motivi di sicurezza. Ora finisce nuovamente al centro della cronaca per una vicenda lissonese.
Tre mesi fa era stato posto sotto sequestro con tanto di sigilli, il distributore di carburanti Tamoil di Lissone, in via Como, da venerdì è fuori servizio. I carabinieri hanno messo i sigilli alla pompa di benzina. Il legale del gestore, l’avvocato Natale Monterisi di Milano, aveva precisato che il sequestro era correlato: «Ad una controversia che muove da contestazioni di natura contrattuale tra gestore e Tamoil Italia, proprietaria del punto vendita. L’intervento dei carabinieri è nato dall’ipotizzata violazione di un provvedimento cautelare del Tribunale Civile di Monza, emesso nel contesto di tale contenzioso. Il distributore non è coinvolto in vicende di frode ai consumatori per alterazione di strumenti di misura (pistole erogatrici) o di controllo delle erogazioni (sigilli dell’Ufficio Metrico) o frodi per qualità del prodotto». Venerdì l’epilogo e l’ennesima rogna per Robertino.

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