Lettera aperta ad un amico che ha perso il fratello

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Lettera aperta ad un amico. Massimiliano Motta, 54 anni, di Vedano al Lambro ha girato l’angolo della vita. All’improvviso. Piccoli flash anche musicali che servono a descrivere la persona. Se Massimiliano fosse stato una canzone non ho dubbi. Sicuramente sarebbe stato “Smell Like teen spirit” dei Nirvana. Per la rabbia che uno si tiene dentro ed improvvisamente scaturisce da testo e musica di Kurt Cobain, travolgendo tutto e tutti.

Lettera aperta ad un amico

“Scrivi di mio fratello Massimiliano. A mia madre farebbe piacere…”. Detta così, caro Andrea è facile, facile. Quasi un gioco da ragazzi mischiare mestiere e sentimenti. I primi arrivano da 35 anni di “caienna” giornalistica. I secondi da quella dell’età. Ci proverò. Ad un patto che poi è l’unico modo che conosco: alla mia maniera. L’asettica “tabula” digitale che oggi prende il nome di computer, nulla altro è che l’erede della “tavoletta” degli scriba di faraonica memoria. Mi guarda. Muta. Bianca. Intonsa. Metto un po’ di musica leggera. Anzi leggerissima perchè ho voglia di niente… Come nella canzone di Colapesce e Dimartino.

La commozione

Cercare di scrivere di una persona che non c’è più è come camminare su di un tapis roluant. Si torna sempre al punto di partenza. Alle lacrime del funerale. Ai ricordi degli affetti più cari. A quelle volte che ci siamo sfiorati e quella luce fioca entrava nei suoi occhi. Come una lampadina usurata dal tempo che però si sforzava di illuminare ancora le gioie della vita come le figlie, la mamma e un fratellone come te. Un velo tenue che diceva tanto sul passato e sprigionava riflessi di luce vissuta che si spegneva nel futuro invadente. Massimiliano Motta io me lo sono sempre immaginato così. Nomen homen. Fratello maggiore dicono quelli che si intendono di antroponimia, la scienza dei nomi. C’era un vecchio slogan degli anni Settanta caro alle folle in piazza. Massimiliano vive e lotta assieme a noi. Nelle parole di chi l’ha conosciuto bene. Nelle lacrime di te caro Andrea e nei ricordi. Perchè quelli non ce li ruba nessuno. Ora chiudi gli occhi per un attimo. Nelle cuffie partono i Nirvana e la loro melodia dirompente e il ritornello mantra “Hello, hello…” urlato di rabbia. L’immortalità è anche un giro di do di una chitarra…

marco pirola

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