La quarantena non ferma i furti d’arte, ma nemmeno i carabinieri

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L’attività del Nucleo Tutela patrimonio Artistico dei carabinieri di Monza

La quarantena non ferma i furti d’arte, ma nemmeno i carabinieri. Nel Nord Italia quello della terza città della Lombardia è il più importante avamposto contri i ladri di quadri, statue e affini. Assieme al presidio di Venezia. Il blocco di due mesi di tutte le attività non ha impedito ai ladri di piazzare la merce che avevano in magazzino. Magari contraffatta approfittando di internet. Opere di Renato Guttuso e di Mimmo Rotella sono un classico dei falsari ed erano pronte ad essere piazzate via web. Così come un paio di quadri rubati più di dieci anni fa da chiese del Trentino Alto Adige. Opere risalenti all’Ottocento, a soggetto religioso che avrebbero fruttato 100mila euro una volta cedute. I ladri d’arte non si sono certo fermati nonostante il lockdown.

La quarantena e i carabinieri

Gli Indiana Jones dell’Arte che poi altro non sono che i carabinieri del Nucleo Tpc, Tutela Patrimonio Culturale, di Monza. Tenendo conto degli altissimi rischi dovuti alla chiusura di musei, archivi, biblioteche e talvolta anche chiese, gli uomini agli ordini del maggiore Francesco Provenza hanno impiegato i loro sforzi per una “sorveglianza dinamica. 

Il bilancio dell’attività dei carabinieri

I risultati non si sono fatti attendere. I furti di beni culturali, nel bimestre marzo-aprile, sono calati: -57 per cento rispetto a quelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Con azzeramento di quelli commessi a danno di luoghi espositivi (mostre, gallerie, esercizi commerciali) e forte diminuzione di quelli perpetrati nei luoghi privati (solo uno). “Non era così scontato – fanno sapere dal Nucleo Tpc di Monza – proprio questo periodo, con tanti luoghi chiusi al pubblico, favorisce l’operato dei criminali, consci che possono agire indisturbati e che fra l’altro i reati saranno verosimilmente scoperti e denunciati più tardi del solito”. Ma i criminali dell’arte non si sono fermati lo stesso. Perché i mercati antiquari, le vendite on line di dipinti, reperti archeologici, beni artistici illecitamente detenuti, non sono mancati.

Marco Pirola

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