La felpa di Salvini vince il congresso della Lega

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Pellegrini candidato dei Giovani padani e del segretario nazionale Paolo Grimoldi batte Monti

La felpa di Salvini vince il congresso provinciale della Lega Nord di Monza e Brianza. Quando la fotocopia del capo (Emanuele Pellegrini) batte l’originale della Brianza (Andrea Monti). La battuta dello sconfitto, in perfetto stile suo padre, vale più di mille commenti.”Io non ci perdo nulla – commenta Monti – Stasera torno a Lazzate, dove la Lega governa dal ’93. Altri torneranno nelle città dove governa il Pd”. Niente da fare quindi per il figlio dell’indimenticato Cesarino. Quello a cui i giovani padani l’avevano giurata (uso un eufemismo…) dal congresso del 2012 solo per fatto che si era candidato alla segreteria nazionale in contrapposizione a Salvini.

la felpa di salvini pellegrini monzaLa felpa di Salvini: chi è il vincitore

Pellegrini, 41 anni, avvocato di Carnate. Già candidato sindaco lumbard (perdente), consigliere comunale (d’opposizione), è stato eletto sabato segretario provinciale della Lega. Creatura politica di Paolo Grimoldi ormai il padrone della Lega in Brianza con i suoi “Giovani padani”. Pellegrini ha fatto di tutto per sottolineare la vicinanza, contiguità, insomma essere il clone di Salvini e Grimoldi. A cominciare da Facebook. Dove sino ad un mese aveva la foto profilo di un eschimese. Prontamente sostituita durante la campagna elettorale, dalla foto con il capo.

La felpa di Salvini: il congresso

Erano 650 i Som della Brianza iscritti al voto in quanto legisti da almeno un anno. Al di là dell’assonanza “cacofonica” (questo termine esiste nella lingua italiana da più tempo di petaloso…) trattasi di una sigla: Soci ordinari militanti. A scegliere “la felpa di Salvini” sono stati 287 votanti su 452 che si sono presi la briga di recarsi al manzoni di Monza per esprimere la preferenza. Altri 159 voti sono andati ad Andrea Monti, 38 anni, capogruppo del Carroccio in Provincia e assessore a Lazzate. Cinque le schede nulle, una bianca.

La felpa di Salvini: la battaglia di primavera

Nel 2017 oltre che a Monza, Lissone, Cesano Maderno e Meda, si vota anche a Lentate sul Seveso, Lesmo, Carnate e Usmate Velate. Tutti municipi rossi dall’ultima tornata elettorale.”Dobbiamo giocarci una partita importante. Si vota a Monza, Lissone, Meda, un Comune che era nostro e che dobbiamo assolutamente riprenderci”. Ha chiosato Pellegrini, subito dopo la proclamazione. Nel centrodestra siamo noi che in questo momento abbiamo il maggiore consenso, quindi dobbiamo fare valere questa posizione”. Gli alleati sono avvisati. La giacca e cravatta di berlusconiana memoria verrà sostituita dalla felpa di Salvini.

La felpa di Salvini: lo sconfitto

Mancò la fortuna non il valore. La fortuna poi in un congresso altro non sono che le tessere e i voti. Andrea Monti paga le “colpe” del padre. Il nuovo corso salviniano non guarda in faccia a nessuno e non tiene conto delle medaglie seppur gloriose acquisite in passato. Sabato le “felpe di Salvini” lo hanno ricordato al figlio di Cesarino ancora una volta. Certo non si ci sono stati i cori vergognosi del 2012 quando il papà, già malato di cancro, fu insultato senza ritegno. Ma lo schiaffo c’è stato.

La felpa di Salvini: le dichiarazioni di Monti

Ancora una volta pago per il mio cognome – dice con un pizzico di amarezza Andrea Monti – La mia era una candidatura contro tutti, non ho stretto alleanze con nessuno, ma ho presentato un programma per esportare a livello provinciale il modello vincente delle Groane. Evidentemente hanno prevalso altre logiche, tant’è che non ci siamo nemmeno confrontati sui programmi. Nonostante l’indicazione del provinciale, alcune circoscrizioni, compresa quella del mio avversario, non hanno organizzato alcun incontro. Ciò significa che più che una questione di programma è stata una questione di appartenenza”.

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La felpa di Salvini: i grandi elettori

Fabio Meroni da Lissone altro grande elettore ha fatto quello che meglio sa fare. Stare alla finestra e scendere in campo in soccorso del vincitore. Dopo aver fiutato l’aria vincente, ha portato le sue truppe nell’accampamento di Grimoldi. Con le sue tessere Monti avrebbe perso lo stesso e Meroni che ormai ha una certa età, non vuol fare la fine di Cesarino e si accontenta delle “briciole” come Lissone. Gli altri elettori solo contorno ad eccezione di Massimiliano Romeo che ha fatto una scelta coraggiosa per Monti. Uno scatto d’orgoglio andare contro all’altro monzese (Grimoldi), ma l’ha fatta.

La felpa di Salvini e la sveglia di Romeo

Massimiliano Romeo, capogruppo lumbard in Consiglio regionale, suona la sveglia agli alleati di centrodestra. L’anno prossimo a Monza si vota e in città c’è il vuoto pneumatico. A sei mesi dal voto mancano ancora candidati ufficiali. Del programma poi non ne parliamo. “Bisogna muoversi – dice – Occorre che tutti i partiti del centrodestra comincino a trovarsi. Siamo sotto data e se non ci diamo una mossa rischiamo che le prossime amministrative, che già sono in salita, lo siano ancora di più. Se non c’è condivisione sul candidato, che almeno si trovino accordi su quattro o cinque punti essenziali del programma, dalla sicurezza ai trasporti”. Un anno fa il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini, aveva proclamato proprio Romeo candidato sindaco della Lega Nord per le comunali di Monza del 2017. Romeo nicchia. “La mia candidatura? Non è ancora decisa – dice rilanciando l’invito alla compattezza del centrodestra – Se ci presentiamo uniti abbiamo più possibilità, altrimenti sarà molto difficile…”. Come dire parafrasando Nanni Moretti:”continuiamo così, facciamoci del male…”.

Marco Pirola

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