Indirizzo sbagliato. Capita. Un po’ meno dovrebbe accadere se a fornirlo sono un’azienda santiaria e il Comune di Monza. Non dovrebbe succedere proprio se a seguito di questo errore che evidentemente qualcuno ha fatto a Monza, ne nasce un allarme di non poco conto. I cittadini dalle parti di via Tommaso Grossi, via Dante, via Volta e su sino a via Borghetto, ne sanno qualcosa. Si erano infatti preoccupati non poco. Visto che da lunedì (19 settembre) sarebbe dovuta partire una disinfestazione a tappeto di quelle zone nel centro di Monza. E non per una cosa di poco conto, ma proprio per l’allarme zanzara killer. Prima il comunicato con preghiera di ampia diffusione del Comune. Poi la retromarcia con comunicazione “orale” ai giornali per salvare il salvabile dopo la figuraccia.
Indirizzo sbagliato: allarme rientrato sulla zanzara killer
Lo abbiamo sostenuto da sempre. Il Comune di Monza ha una marcia in più rispetto alle amministrazioni del passato recente: la retro. Niente disinfestazione nelle zone centrali della città. E’ stato tutto un equivoco. L’ex Asl e in piazza Trento hanno “scherzato”. La persona colpita dalla puntura della zanzara killer non risiede a Monza, ma è domiciliata a Milano. Anzi. Sta pure bene ed è stata dimessa dall’ospedale milanese Sacco dove era stata ricoverata per accertamenti. Poi la precisazione. La puntura della zanzara “modello” Zika (che non è un calciatore brasiliano…) può essere dannosa solo per le donne in “stato interessante”. Pure questo non potevano dirlo nel primo ed unico appello?
Indirizzo sbagliato: il comunicato allarmistico del Comune
Ma come. Prima un comunicato stampa da “peste bubbonica”. Dove sembrava che Monza fosse al centro di una pandemia con tanto di Guardie ecologiche volontarie mobilitate ad avvisare i condomini della disinfestazione. Poi la retromarcia “informale” e doverosa a suon di sms e telefonate. Non erano in grado di controllare prima? Evidentemente no. Il Comune si nasconde dietro gli automatismi che derivano dal protocollo sanitario e imita Ponzio Pilato. L’azienda sanitaria non è da meno e nicchia presa dalla fretta e rilancia la palla al Comune. In mezzo i monzesi che non ci hanno capito nulla e sui social inveiscono contro i giornali che danno informazioni “farlocche” e allarmistiche per vendere. Il Comune e l’azienda sanitaria hanno “scherzato”, ma a pagare il conto oltre ai monzesi sono anche i giornali tacciati di pressapochismi. Sarà il caso di altre volte, ma non questa. Con una differenza che i giornalisti pagano in termini di credibilità del loro lavoro, gli amministratori no.
Indirizzo sbagliato: chi sbaglia non paga
Forse il commento giusto alla vicenda quasi comica se non fosse per i contenuti “seri” sarebbe quello di Emilio Fede. Il suo tormentone ormai diventato cult sul web. “che figura di merda…”. Qualcuno ha sbagliato. Sicuramente in buona fede. Si sa, la fretta è cattiva consigliera. Servirà per la prossima volta. Un controllino preventivo sugli indirizzi non dovrebbe essere difficile farlo da parte di chi ha uomini (vigili urbani) e mezzi (anagrafe) a disposizione. E pure in tempi celeri. Non parliamo della struttura sanitaria di Monza poi. Evidentemente in “altre faccende affaccendata…” tesa a far dimenticare gli scandali di questi mesi. Però ora che ci penso anche io un errore l’ho commesso: fidarmi delle Istituzioni. Per conto mio non mi sento di chiedere scusa ai lettori. Cosa che dovrebbero fare altri per aver fornito una notizia incauta. Il mio mestiere porta a scrivere quello che ci viene fornito in maniera ufficiale. Anche le cazzate…
Marco Pirola