Questa è la storia di uno di noi. Cantava Celentano. Più che di noi, di loro. Di come vanno le cose a Monza dove alla sinistra, sull’Urbanistica, è consentito fare cose che il centrodestra nemmeno poteva pensare. Nel silenzio generale perché l’opposizione non esiste.
Leggo da qualche parte che Roberto Scanagatti e Michele Faglia, avrebbero litigato per questioni politiche. Balle. Che l’attrito da parte dell’ex enfant prodige della sinistra radical chic con il sindaco sarebbe dovuto proprio ad una questione politica. Balle. Non sono mai stati così uniti. Faglia ha deciso di fare l’architetto a tempo pieno. Cosa tra l’altro che gli riesce benissimo a differenza della politica.
Andiamo con ordine. La marcia di avvicinamento alle parcelle milionarie da parte di Faglia ha un ostacolo. Anzi due. La presenza in aula di una Lista civica che porta il suo nome. E prima ancora la presidenza della Commissione Urbanistica di cui è titolare essendo consigliere comunale. Qualche settimana fa si dimette da consigliere e di conseguenza decade da presidente. Poi in questi giorni la decisione di togliere il nome dalla Lista civica. Ma non passano neanche 24 ore da questa decisione che in Comune arriva un progetto urbanistico quello relativo all’ex feltrificio Scotti in viale Cesare Battisti. E indovinate chi è l’architetto progettista? Michele Faglia. Un tempismo straordinario. Anche perché su quell’area da 15 anni le amministrazioni di centrodestra hanno cercato di presentare progetti senza riuscirvi per l’opposizione della sinistra e anche di alcuni componenti della stessa Lista civica che era di Faglia. La prima volta che sentii parlare di ristrutturare quell’area strategica alle porte della Villa Reale, era il 1998. Venne in Comune a sponsorizzare il progetto nientemeno che un senatore di An di Como accompagnato dall’allora segretario cittadino Edda Ceraso. Niente da fare. La maggioranza di allora troppo impegnata a difendere Cascinazza non aveva avuto la forza politica di mandare avanti la cosa. Passano gli anni e la proprietà (De Ponti) insiste arrivando con la giunta di Marco Mariani sin quasi all’approvazione.
La proposta però viene bocciata dall’aula grazie ad una battaglia politica in città capitanata proprio da Michele Faglia. Che cosa prevedeva? Diecimila metri quadrati di Slp. In cambio il Comune avrebbe avuto gratis l’ex tintoria De Simone in riva al Lambro dove fare la sede della Protezione civile sull’edificio già esistente. Non solo. Ma dall’altra parte della strada, quel bosco a fianco al Self Cart (in zona esondabile) sarebbe rimasto tale e non edificabile come aveva previsto lo strumento urbanistico varato da Faglia e Viganò quando questi erano sindaco e assessore all’Urbanistica. Il privato avrebbe dovuto costruire su viale Cesare Battisti “l’università del pensiero liberale”
Il progetto presentato in Comune da Michele Faglia, titolare della Lista omonima, nonché presidente della Commissione Urbanistica sino a un pugno di giorni fa, prevede un’autentica colata di cemento a vantaggio del privato la stessa avversata da Faglia quando faceva il politico. Ma così vanno le cose a Monza. Il cemento è buono e fa bene solo se è rosso…