Grecia, poche ore al referendum, il racconto di un monzese. Luciano Mutti, giornalista monzese, ci racconta le ultime ore che precedono il referendum che deciderà il destino di Atene e di Tsipras.
ATENE – Mancano ormai poche ore all’apertura dei seggi e dopo l’assordante sarabanda dei giorni scorsi quando i sostenitori del”no” (Syriza, partito di governo con la compagine di Greci Indipendenti di centrodestra e l’imbarazzante convergenza dei neofascisti di Alba Dorata) e del”sì” (Nea Dimokratia, di centrodestra, Pasok, socialisti e Potami) si sono affrontati senza esclusione di colpi in una campagna referendaria all’insegna della disinformazione, oggi è stata la giornata del silenzio. E delle gite alle spiagge più vicine. Più che un lusso è una necessità visto che il termometro ha dato il segnale di partenza a un’estate che si annuncia torrida. Gli ultimi rumorosi sussulti li hanno dati i soliti scalmanati che ieri sera hanno impegnato la polizia lanciando molotov e incendiando cassoni dell’immondizia nel centro di Atene, poco prima del comizio del fronte del “no” col primo ministro Alexis Tsipras in testa, mentre i riti del”sì” ci celebravano poco lontano, davanti allo stadio Kallimarmaro. Un finale di campagna referendaria con le polveri bagnate perché da una parte e dell’altra sono partiti segnali di conciliazione.
Volemose bene perché da lunedì il futuro resta incerto e i sacrifici non sono finiti. Il fronte del “no” continua a dichiararsi europeista anche se ampie frange vorrebbero il Paese fuori dall’Unione Europea e dell’Euro. Ma gli ultimi sondaggi vogliono largamente maggioritaria la voglia di Europa e quindi anche sul fronte del “no” si è arrivati a più miti consigli. Il “no” non è verso l’Europa, ma contro politiche di austerità che la Grecia non è più in grado di sopportare. Ne conviene anche il fronte del “sì”, apertamente europeista senza riserve. E siccome i sondaggi danno un testa a testa dei fronti e nessuna maggioranza bulgara, la parola d’ordine è prudenza. Chi rischia di più è Tsipras che se non porta a casa una maggioranza più che convincente che prescinda dall’appoggio dei neofascisti di Alba Dorata, rischia di finire sulla graticola dell’opposizione, del suo stesso partito. oltre che delle istituzioni europee di fronte alle quali potrebbe essere fortemente indebolito.
Luciano Mutti
Giornalista, già caporedattore Il Giorno – Monza e Brianza