
Giussano, una donna contro. Tutti. Ha iniziato a far politica nella sinistra quando bastava essere giovani, donna e di bella presenza per far carriera, ma lei ha buttato tutto alle ortiche. Emanuela Beacco non è certo una che le manda a dire. “Non mi piace obbedire” il suo slogan preferito. Sarà così anche a Giussano. O anche: “Io sono ingestibile”. E così nasce un laboratorio politico destinato a fare rumore a Giussano e dintorni. Certo i tacchi indossati per l’occasione non rendono l’altezza della persona. grintosa, di sinistra che si candida sindaco a Giussano contro la sinistra, la destra, contro insomma. Contro gli schemi di contrapposizione partendo dalla sua esperienza politica. Avvocato “rompicoglioni” una delle massime esperte di diritto amministrativo in Brianza, famosa per i suoi ricorsi al Tar sull’Urbanistica che hanno portato la rivoluzione a nord di Milano. Un tempo legale preferito da Legambiente ha deciso di scendere in campo (mi perdonerà la battuta…) aggregando attorno a sé un gruppo di persone che proprio di sinistra non sono. “La mia candidatura a sindaco – chiosa con la sua vocina ingannatrice – è una candidatura di servizio alla Lista del Fare di Vincenzo Zorloni. Niente di premeditato. Dal 2009 sono lontana dalla vita politica e non era certo mia intenzione partecipare a questa tornata elettorale”. dice talmente il vero che a Pasqua, in piena bagarre elettorale partirà per un viaggio in Nepal (campo base Everest). Tornerà il 3 maggio per il rush finale. “Si tratta di un viaggio programmato da tempo, che non posso saltare. Tornerò il 3 maggio per gli ultimi 22 giorni di campagna elettorale. Nelle more nominerò un mio portavoce che si occuperà di ogni dettaglio, tecnico organizzativo”. Le mie ambizioni politiche (ammesso e non concesso che io le abbia mai avute) le ho gettate alle ortiche nel 2009 quando ho preso pubblicamente le distanze dalla politica urbanistica di Franco Riva e dal gruppo Giussano democratica (i cui rappresentanti principali sono in buona parte confluito nel Pd) che quella politica ha condiviso. Scelta che ho pesantemente pagato anche a livello personale. La rottura consumata con il pd mi ha portata – se si esclude la brevissima esperienza della campagna elettorale nella Lista civica “Io rispetto Giussano” dell’assessore Ettore Trezzi – come si dice ad appendere le scarpette al chiodo. La scelta di ritirarmi completamente a vita privata è divenuta irrevocabile e definitiva dopo la brutta pagina della mia abortita designazione ad assessore nel Comune del Lissone, quando nel maggio/giugno 2012 il Pd mi ha prima chiamata in giunta e poi liquidata in modo piuttosto squallido, con accuse che andavano a colpire, ancora una volta, la mia sfera personale. Visto l’accanimento del Pd nei mie confronti – nonostante l’inizio nelle more del processo che vede coinvolto su Franco Riva – ho deciso che era meglio starne fuori”.
GLI SLOGAN – “Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”. Sarà colpa dell’irruento temperamento dell’ariete, o forse del sangue mezzo calabro che scorre nelle vene, ma “preferisco assumermi la responsabilità di cambiarle”. “Sollecitata da numerosi concittadini – continua – stavo pensando di capire come muovermi, quando- come si dice- come per magia si è concretizzato Vincenzo Zorloni. Zorloni cui rivolgo un duplice doveroso ringraziamento. Un ringraziamento da cittadina, per il lavoro da amministratore. Un apprezzamento come si dice, manifestato in tempi non sospetti, sul social network, scatenando – mi dicono – non poche reazioni stizzite. Non posso, da cittadina, che esprimere a Lui e (quindi indirettamente a Gian Paolo Riva che lo ha voluto nella sua squadra) la mia più sincera gratitudine perché, per cinque anni, ha curato la mia città, con l’amorevole attenzione che il buon padre di famiglia utilizza nel tenere in ordine la propria casa. Ha effettuato (penso all’area noceto..e all’area laghetto) degli ottimi interventi di riqualificazione, costruendo spazi verdi fruibili. Ha prestato particolare attenzione alla pulizia della città: ed una città pulita viene percepita come sicura. Ha effettuato – come ricorda nel suo libro bianco sulla manutenzione degli edifici scolastici e sul quello della rete e dei parchi – – un’opera di attenta manutenzione del patrimonio comunale. Creando aree che non solo permettono agli amici a quattro zampe di sgambettare, ma che sono essi stessi diventati centri di socializzazione per i padroni. Il tutto con poche, pochissime risorse economiche, ma con grande dispendio di quello che è il bene che tutti noi possediamo e che nessuno ci restituisce: il nostro tempo ed il nostro impegno. Un secondo luogo ringraziamento, personale, lo devo a Zorloni per la stima dimostrata nei miei confronti. Vengo considerata personaggio piuttosto spigoloso. Poco incline al compromesso. L’espressione tecnicamente più usata è “ingestibile”. L’avermi proposto come candidato sindaco della sua lista, rappresenta sicuramente una scelta di coraggio (direi al limite dell’incoscienza). Ho accettato questa candidatura in primo luogo per una ragione molto egoistica: voglio bene alla mia città, e vorrei che Vincenzo continuasse a lavorare per Giussano. In secondo luogo, ho accolto l’invito di Vincenzo di fare il sindaco della sua lista perché credo che, soprattutto oggi, nel clima di pessimismo e di antipolitica che ci governa, occorra avere il coraggio di rischiare, di scardinare gli schemi e di percorrere nuove strade se queste possono portare un beneficio comune. Rimettendo in discussione modelli consolidati di cui ormai tutti noi siamo stanchi. Senza la paura di tentare qualcosa di nuovo. Norberto Bobbio ricordava come fosse compito dei partiti selezionare, aggregare e infine trasmettere le domande che provengono dalla società civile per farli diventare oggetto di decisione politica.
DESTRA E SINISTRA – Una contrapposizione quella tra destra e sinistra, ottocentesca ed obsolete. “Oggi la partita si gioca tra progressisti e conservatori. Tra chi vuole cambiare e chi vuole preservare lo status quo delle logiche, e dei poteri forti costituiti. Il professore Cacciari in una intervista, alla domanda se abbia senso parlare oggi di destra e sinistra risponde:”. Quello che ha senso oggi è ridefinire una politica di cambiamento. Le soluzioni non si collocano più a un preciso punto della scala che va da destra a sinistra. Le soluzioni non le trovi nell’apposita casella, le devi cercare nelle trasgressioni della topografia politica, nell’uscita “catastrofica” dal piano bidimensionale. L’elettrone, ci dice la scienza, non ha un luogo, è un fascio di onde. Così deve essere il pensiero politico. Io cominciai a dialogare con gli intellettuali di destra trent’anni fa. Mi maledirono per questo. Urgente è il fare. Rivolgersi ai problemi. Chiedersi cosa è Europa, cosa è nazione, come si affronta la globalizzazione. Non c’è un prontuario di sinistra per queste cose, perché la disposizione concettuale destra- sinistra è arcaica, lineare, mentre il mondo oggi è multidimensionale”. Ingestibile, pazza ad avere accettato, ma ben consapevole di che cosa l’aspetta.