La riedizione del Gioco dell’Oca della Brianza
Gioco dell’oca. Un classico dei giochi da tavolo, quello dell’oca. Rivisto e riadattato al territorio. Noto per via anche dell’estrema semplicità delle regole che lo rende uno svago per tutte le età. Dadi, pedine e un tabellone con 80 caselle. Rispetto all’illustre originale di inizio ‘900, l’ambientazione qui però è decisamente tipica. La Brianza. Rappresentata in tutti i suoi meandri. Comasca, Lecchese, Monzese. L’inventore è Alessandro Dominioni, libraio “col vizio del gioco”. Nel senso che lui li “crea” e li vende, da inizio a fine processo. Il Gioco del Contrabbandiere e Il Giro dell’Oca del Canton Ticino sono altri esempi usciti dalla mente geniale di Dominioni.
L’idea
Nell’esemplare pioniere, ogni casella conteneva un simbolo di ciascun Paese. Il Colosseo per l’Italia, la Torre Eiffel per la Francia, e così via. L’idea non è cambiata con Il Gioco dell’Oca della Brianza. Ma logicamente i simboli riguardano le principali località della Brianza. Non tutti, ma una scrematura. Ottanta sui 151 totali della Provincia. A Macherio impera Villa Belvedere, ex residenza di Veronica Lario, a Biassono l’emblema è Villa Verri, sede del Museo Civico Verri e del palazzo comunale. Mantenuta intatta invece l’aderenza all’originale per le norme sui turni dei giocatori da scontare in caso di penalità.
Gioco dell’oca: la riedizione
Cinque anni. Tanto è trascorso dalla prima edizione del Gioco dell’Oca della Brianza. Un crescendo rossigno di consensi. Perchè rieditarla? Queste le motivazioni della mente del prodotto, Alessandro Dominioni. “La riedizione è stata pubblicata migliorata. Infatti abbiamo inserito pedine e dadi in legno e il tabellone con plastificatura con effetto telato. Inoltre abbiamo inserito un opuscolo in cui spieghiamo che cosa è rappresentato nelle caselle. Perché l’abbiamo ripubblicato? Perché le librerie e anche qualche cliente, nonostante fosse esaurito da almeno 2 anni, spesso ce lo richiedevano”.
Matteo Lucchini