Gay Pride made in Brianza. Ma nulla ha a che fare con parate, parrucche e lustrini. Solo foto, primi piani di brianzoli “qualsiasi” che raccontano però un’altra storia e un’altra Brianza. L’altra Brianza. La diversamente etero. Una sorta di coming out collettivo, che in realtà ha poco a che fare con una “confessione”, ma molto con i diritti negati che rivendicano mettendoci, appunto, la faccia. Gay, lesbiche, bisex della Brianza, ma anche tanti “banalissimi” eterosessuali della Brianza. Autoscatti con tanto di cartello che recita il proprio messaggio.
All’iniziativa, lanciata dal gruppo facebook “meladailabrianza” (gruppo nato a Vimercate, ma diffuso su tutto il territorio, ndr) hanno aderito moltissime persone, anche sportivi e politici. Come Roberto Rampi, onorevole del Pd ed ex vicesindaco di Vimercate in brianza oppure il consigliere comunale di Sel a Monza, Alessandro Gerosa (quello della “Monza più sexy” durante la campagna elettorale dell’allora candidato, oggi sindaco, Roberto Scanagatti, ndr).


Il titolo dell’iniziativa è, per l’appunto, “#iocimettolafaccia” e pochi giorni fa ha visto anche un contest che si è tenuto al Bloom di Mezzago. L’ipotesi, lanciata tra i post di facebook, è di trasformare la carrellata di visi e di storie in un libro fotografico. E a scorrere le immagini si ride, ci si indigna e ci si intenerisce. Come nel messaggio di una donna che ha scritto: “Io ci metto la faccia perché mi ha obbligata mia moglie. E io la amo”. O ancora un gruppo di ragazzi che la dice lunga sui tempi che corrono: “Noi ci mettiamo la faccia perché il c…o ce lo mettono già i politici”. E poi la ragazza con le orecchie a sventola, quello con la barba e il “romantico” che si immortala all’interno di un cuore di cartone. Un’altra Brianza insomma.