Anche cinque minorenni in manette per le rapine sui treni. Una ragazza faceva da palo
La gang dei treni o come l’hanno chiamata i carabinieri di Desio operazione “Train’s gang“. Cinque cittadini marocchini e due italiani (tra cui una ragazza) sono stati arrestati con l’accusa di rapina aggravata in concorso, lesioni personali, porto abusivo di arma da taglio. Le rapine commesse dalla gang dei treni avevano destato particolare allarme tra i pendolari, quasi tutti studenti giovanissimi, che venivano aggrediti nei pressi delle stazioni ferroviarie o sulla banchina mentre erano in attesa dei treni e spogliati dei loro effetti personali sotto minaccia di coltelli e machete. Oppure intimoriti con pugni e schiaffi.
LA GANG DEI TRENI – Urla, minacce, ma soprattutto pugni e il machete ben visibile sventolato davanti alla faccia delle loro vittime. Secondo i carabinieri della compagnia di Desio al comando del capitano Mansueto Cosentino, i sette sono responsabili di almeno sette rapine a mano armata, messe a segno tra l’inizio di febbraio e aprile. Sono stati portati al Tribunale dei minori di Milano. Compresa una ragazza poco più che diciottenne che aveva il compito di fare da palo. L’ordinanza è stata firmata dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Monza. Gli arresti sono avvenuti all’alba di sabato 17 febbraio. La baby gang dei rapinatori era attiva sulla linea Seregno-Saronno da alcuni mesi era diventato un motivo di terrore per i passeggeri della tratta Albairate-Saronno.
IL BOTTINO E LE VITTIME – Portafogli, smartphone, catenine e altri oggetti in oro. La baby gang se non bastavano le urla, usava anche parolacce e botte. Le loro prede preferite erano gli studenti, ma soprattutto le ragazze che stavano per andare a scuola. I rapinatori avevano il loro quartier generale alla stazione di Ceriano Laghetto. Da lì, salivano anche sui treni e rapinavano i pendolari durante il viaggio mentre il treno andava. La baby gang era diventata un problema serio tanto che Trenord aveva chiesto un intervento ai carabinieri. Per un paio di settimane gli uomini del capitano Cosentino si sono finti pendolari e hanno pure seguito alcuni esponenti della baby gang fotografandoli e raccogliendo elementi utili alle indagini. Poi all’alba di sabato gli arresti.
m.pir.