Expo riparte dal web: fare rete per il dopo Expo con Expoi.org

Expo non un addio, ma un arrivederci sul web con Expoi.org

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Expo vive e lotta assieme a noi. Metti un blogger e un lavoratore precario di Expo che per il dopo Expo ha cercato di far sopravvivere l’esperienza accumulata in questi sei mesi. Antonio Piemontese, 34 anni, di Monza e dintorni, ha lavorato per sei mesi a Expo, è uno degli ideatori di Expoi.org. Un progetto per allungare la vita dell’esposizione universale. L’approccio è partecipativo, gli strumenti sono quelli tipici del web 2.0. L’idea di Antonio è geniale. Ha creato una community su Facebook che in due settimane ha già raccolto più di 3.200 iscritti con un blog a tema. Uno spazio per chi preferisce rimboccarsi le maniche piuttosto che piangersi addosso. Molti dei giovani che hanno lavorato a Expo sono laureati, parlano più lingue, hanno esperienza internazionale. C’è in loro un mix di energia e talento che non andava disperso. Detto fatto. I nostalgici dell’esposizione universale, almeno quelli che vorrebbero continuare l’esperienza lavorativa, sono accontentati.

IL PERSONAGGIO – Se vi siete chiesti perché lo abbia nominato per nome e non abbia usato un linguaggio asettico nei suoi confronti come si usa nelle “marchette” doc, sappiate che il protagonista di questa vicenda che fa molto Italia patria di poeti, navigatori, eroi ed inventori, lo conosco. Mi risulta difficile dare del lei ad Antonio Piemontese. Quel ragazzo ne ha fatta di strada. Da quando giovane cronista de L’esagono di cui ero “disgraziato” direttore. Antonio riusciva allora ad essere simpatico e a sopperire con le invenzioni la sua inesperienza dovuta alla giovane età. Un colpo di tacco di quelli che si vedono nel “freestile”, una battuta e tanta voglia di crescere. Ne ha fatta di strada Antonio. Sono contento per lui. Altri giornali, altre vite. Dopo la parentesi londinese, dove ha fatto pure il lavapiatti per mantenere i suoi sogni, si è catapultato su Expo ed ora ha tirato fuori il coniglio dal cilindro. “Expoi? Expoi fare rete per il dopo Expo con Expoi.org”. Se avrà successo lo dirà il tempo. E come dice dalle sue colonne di Expoi.org: “I giovani di Expo sono come i giovani londinesi. Pochi soldi in tasca, tanta gente attorno, molti sogni. Qualcuno si realizzerà, per qualche altro bisognerà attendere. Ma si sono dati da fare. Hanno risolto problemi. Si sono sporcati le mani. Questo ai datori di lavoro piace. Più delle lauree e dei master”.

Marco Pirola

P.S.

Messaggio nella “bottiglia” per Antonio, già ragazzo di bottega ed ora uomo imprenditore. L’articolo su di lui non me lo sarei perso per nessuna cosa al mondo. E’ uscito in ritardo, come spesso accade, ma è scritto con il cuore. Auguri. Stavolta sei stato più veloce di tutti. Del resto come dicevi tu, non sempre si può arrivare primi, ma provarci è un dovere…

piemontese

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