Ex macello Monza: la vicenda di dieci anni di “pasticci” amministrativi

MONZA (MB), 01 FEBBRAIO 2014 EX MACELLO COMUNALE DI MONZA. FOTO ROBY BETTOLINI - EX MACELLO COMUNALE DI MONZA E IMMAGINI STORICHE. - fotografo: ROBY BETTOLINI

Ex macello Monza: palleggio di responsabilità tra vecchi e nuovi amministratori: chi paga?

MONZA (MB), 01 FEBBRAIO 2014 EX MACELLO COMUNALE DI MONZA. FOTO ROBY BETTOLINI - EX MACELLO COMUNALE DI MONZA E IMMAGINI STORICHE. - fotografo: ROBY BETTOLINI

EX MACELLO MONZA LA VICENDA – Preparatevi ad una storia a cannocchiale. A matrioska o a scatole cinesi. Insomma a tante storie una dentro l’altra. A tante delibere una dietro l’altra che nel corso degli anni hanno creato confusione e pure un danno erariale. Storie e lettere con un unico denominatore comune: l’area dell’ex macello a Monza e un pasticcio amministrativo senza precedenti a Monza.

PASSATO REMOTO – E’ la metà degli anni Duemila quando l’allora giunta del compagno Michele Faglia decide di riqualificare l’ex area del macello di Monza. Nella Monza di allora, governata dalla sinistra che inaspettatamente aveva vinto le elezioni, arriva con un progetto “Euro Group srl”, una società di scopo (costituita per l’occasione ndr) che ha come elemento di punta Marco Romanetto. Giovane, rampante. Residenza a Londra, gira per Monza con un macchinone targato Montecarlo, vestiti costosi, elegantissimi, di sartoria. Insomma un personaggio che piace alla sinistra radical-chic che allora andava per la maggiore in città. E’ figo, non impegna, è dei nostri insomma. Romanetto ci sa fare. Ha subito un buon rapporto con l’allora assessore Vincenzo Ascrizzi e il socio di quest’ultimo. Piace al compagno-sindaco Michele Faglia. Un po’ meno a Roberto Scanagatti che allora era il vice di Faglia. Ma poco importano le simpatie. La giunta di sinistra vara un concorso e compie gli atti per dar corso all’intenzione di ristrutturare l’area ormai in forte degrado. Scelta politicamente discutibile, ma più che legittima. Insomma la cosa sta in piedi. Politicamente e legalmente. Faglia viene bocciato alle elezioni del 2007. Nonostante l’impegno profuso in cinque anni, il progetto rimane sul tavolo ereditato dal nuovo borgomastro leghista Marco Mariani.

PASSATO PROSSIMO – La nuova giunta di centrodestra non può dar corso immediatamente al progetto perché Faglia ha lasciato degli insoluti. L’area andava consegnata al committente libera. E non era stato proprio così.

PROBLEMA 1 – L’area dell’ex macello, secondo il Pgt votato dalla giunta di sinistra e “griffato” Alfredo Viganò, era classificata “zona ad alto rischio idrogeologico”. Particolare non da poco visto che le intenzioni erano quelle di costruire. parcheggio compreso.

PROBLEMA 2 – Alcune aree non erano ancora libere e quindi non trasferibili al privato da parte del Comune. Magazzino Ufficio Strade, gli uffici dell’impiantistica, la sede della Protezione Civile, il campetto di bocce e il manufatto in cemento che serviva da arena per Centro Civico e il ballo degli anziani. Oltre ad alcuni contratti di affitto ancora in essere come quello con una autoscuola privata. Tutte cose la cui risoluzione richiedeva tempo. Avvocati compresi. Problemi questi che giustificano un primo ritardo nella realizzazione della riqualificazione dell’area, ma i tempi per dare attuazione al contratto tra pubblico e privato (all’epoca della giunta Mariani) c’erano ancora.

Qui la lettera che dice che il centrodestra aveva già stoppato il progetto di riqualificazione dell’ex macello

PASSATO PROSSIMO – La madre di tutti i problemi va cercata nelle carte. Come quella scrittura privata datata 23 marzo 2009 (protocollo generale 0029719). Lettera fantasma sino ad ora. Ne aveva fatto velatamente cenno il sindaco in Consiglio comunale quando la scorsa settimana si è parlato della vicenda. La lettera è uno dei primi atti dell’amministrazione Mariani sulla vicenda ex macello. Della questione si parla in giunta solo il 6 ottobre del 2009 senza però citare la lettera di marzo. Viene votata una delibera con oggetto: realizzazione di  un primo intervento di strutture destinate a skatepark presso ex macello. Poi è un susseguirsi di contatti (soprattutto al ristorante…) tra amministratori pubblici e privati nonché funzionari del Comune di Monza per uscire dall’imbuto in cui l’Amministrazione si era cacciata. Passa il tempo e le perplessità avanzano. Cambiano alcuni amministratori che avevano votato la delibera dell’ottobre 2009 e il progetto rimane al palo. Tanto più che dopo la modifica chiesta dall’assessore Sassoli e dal sindaco, ci si mette pure il “povero” Paolo Gargantini (ex assessore al Commercio ndr) che voleva realizzare sopra l’area (in una parte) un mercato coperto sul modello di Barcellona da far progettare dallo stesso architetto che l’aveva realizzata in Spagna. L’Amministrazione ne parla con il privato anche perché c’è il problema della bonifica dell’amianto della copertura della vecchia struttura. Passa ancora altro tempo e qualche assessore avanza forti perplessità sull’opportunità di realizzare quanto scritto. Nei corridoi del Comune viaggiano le liti, lettere alla struttura e mail in cui si prendono le distanze.  Ancora delibere e altri problemi. Ma ci sono pure i soldi che arrivano dalla Regione (1 milione di euro) per il progetto Skatepark.

delibera

PRESENTE – E’ il 2012. Si arriva sotto elezioni e il privato non ha fatto nulla perché il Comune non ha ancora concesso le aree. Manca meno di 15 giorni e viene fatta una delibera in cui si dà il via libera. Troppo tardi. La patata bollente è trasferita alla prossima Amministrazione. I tempi di esecuzione sono talmente ristretti che i 100 giorni previsto cadono proprio mentre la giunta Scanagatti si insedia. La delibera passa con alcune assenze “pesanti” (tra questi Paolo Romani quasi mai in giunta per via degli impegni senatoriali anche se non ha mai mollato la carica e l’assessore Sassoli al momento della votazione della delibera assente). Per capirci è la delibera che inguaia i destinatari della lettera di messa in mora di spedita in questi giorni. Il sindaco Scanagatti appena insediato la revoca e finisce davanti al Tribunale trascinato dal privato per inadempienza. I i giudici lo condannano a pagare gli oltre 2 milioni di euro.

FUTURO – Scanagatti passa al contrattacco e spara nel mucchio del centrodestra. Ora sarà la Corte dei Conti a stabilire chi dovrà pagare quei 2milioni di euro. Non vorremmo che la vicenda fosse archiviata e finisse come un telefono che suona sempre a vuoto e nessuno risponde anche se la bolletta è milionaria. Come in questo caso…

Marco Pirola

MONZA (MB), 01 FEBBRAIO 2014 EX MACELLO COMUNALE DI MONZA. FOTO ROBY BETTOLINI - EX MACELLO COMUNALE DI MONZA E IMMAGINI STORICHE. - fotografo: ROBY BETTOLINI

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