La Lista Civica presenta il suo candidato sindaco: Alessandro Cagliani
Voto Vimercate, rottura nel centrodestra dopo il veto di Forza italia su Alessandro Cagliani candidato sindaco. Ed è subito terremoto. Con l’esponente di centro, alcuni esponenti di Forza Italia, Lega Nord e la destra storica rappresentata da Firmo Moreno.
VOTO VIMERCATE: FORZA ITALIA IL PERCHE’ – A starli a sentire, a Vimercate anche i mattoni parlano. Sussurrano, consigliano, pongono veti. Sì perché quello che sta accadendo a Vimercate ha dell’incredibile. Se la politica la si vede con gli occhi “perdenti” del centrodestra spaccato più che mai. Un regalo alla sinistra che quelle parti non ne ha bisogno per nulla. Ma andiamo con ordine. In loco a comandare in Forza Italia c’è un architetto Ivo Redaelli. Non è un solo un emulo di Le Corbusier, ma è l’architetto di riferimento del partito azzurro anche per la sua amicizia con il geometra della “real casa berlusconiana” Francesco Magnano certamente. E’ uno che può permettersi di telefonare a Silvio Berlusconi (dicono) per mettere in cattiva luce un consigliere comunale a lui inviso che però sta dalla sua stessa parte politica. Chi? Alessandro Cagliani, esponente della Lista Civica Noi per Vimercate che, in un decennio di battaglie contro la giunta rossa, ha fatto vedere i sorci verdi alla dinastia politica dei Brambilla. Arrivando più di una volta pure in Tribunale. Uno dei pochi che si è dato da fare a Vimercate per contrastare il predominio dei compagni Enrico e Paolo Brambilla. Perché? Cagliani è stato il più feroce oppositore del progetto della Leader srl (società immobiliare dell’architetto Ivo Redaelli proprietaria di Villa Sottocasa). Che c’entra direte? Quel progetto di riqualificazione “griffato” Redaelli è il fiore all’occhiello della giunta di sinistra di Brambilla. Un giro di mattoni, metri quadri e cubi che farebbero la felicità di qualunque architetto di provincia figuriamoci di un’amministrazione che va al rinnovo.
VOTO VIMERCATE: IL PROGETTO – La riqualificazione dell’area del nuovo ospedale, tra nuove strade, parcheggi tra cui un autosilo, sottoservizi, zone verdi e riqualificazioni di aree ci sono opere pubbliche per 21,5 milioni di euro, 5,5 milioni di contributo per il recupero della palazzina di via Cereda, 4 milioni per manutenzioni, 3,4 milioni per riqualificazione energetica di edifici pubblici. Un affare legittimo che però non deve avere ostacoli politici evidentemente. Neanche presunti. Brambilla non ha bisogno “dell’aiutino da casa” per vincere, ma è meglio essere sicuri. Ed ecco che Forza Italia ha fatto di tutto in queste prime battute di campagna elettorale per perdere. A cominciare dal veto su Alessandro Cagliani messo da Redaelli e confermato da Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione Lombardia. Per finire all’ostilità nei confronti di Cagliani da parte di Cristina Biella, avvocato di grido, ras dei forzisti nostrani che può vantare nel suo curriculum politico, attualmente piuttosto scarso, buoni rapporti (ottimi) anche lavorativi con parenti del compagno Brambilla. Non c’è nulla di male. In una piccola (se rapportata ad altre realtà lo è sicuramente) città come Vimercate tutto pesa. Pure le telefonate.
VOTO VIMERCATE: LA SCELTA – ma la vera ciliegina sulla torta di Forza Italia è la scelta del candidato sindaco. Giuseppe Moretti, ora Fratelli d’Italia. Moretti è ex rappresentante del partito di Gianfranco Fini riciclatosi in Fratelli d’Italia. Alle ultime comunali del 2011 ha rastrellato ben 7 (sette) voti di preferenza. Non male, potrà sempre dire di conoscere personalmente tutti i suoi elettori. Una garanzia per perdere. Ma vuoi mettere riuscire nella titanica impresa di raddoppiare o triplicare le preferenze da sette che erano. Un giochino che va bene pure a Forza Italia che ha trovato in lui il capro espiatorio di una sconfitta certa. Colpa del candidato che non tira, diranno. Vorrei anche vedere. E se per disgrazia Brambilla non dovesse farcela al primo turno, niente paura. Gli azzurri sperano che al secondo turno ci vadano i grillini e non Cagliani. I capibastone diranno che non è colpa loro e l’architetto sarà soddisfatto della sua vendetta. Del resto una telefonata allunga la vita anche se avvolte accorcia l’esistenza. Almeno quella politica…
Marco Pirola