SALGONO
A dispetto del cognome ha dimostrato di capire. Di politica e di rapporti umani su cui impostare la politica. Il tandem con l’ex borgomastro Mariani si è rivelato vincente sotto tutti i punti di vista. I due si sono dati la mano per tutta la campagna elettorale formando un tandem che è stato apprezzato dagli elettori. Mazza è riuscito anche a superare i colpi bassi distribuiti a piene mani, ma soprattutto a vincere quella sensazione di abbandono che era serpeggiante agli inizi della campagna elettorale. Lui, la bicicletta e il sorriso sulle labbra di chi è sereno con se stesso.
Che dire. Cinque più due fa sette, settebello, scopa e quattro di mazzo. O Mazza fate voi. Nel gioco delle carte ha portato a casa la mano piena. Dentro al partito, fuori e pure in Comune. Si è giocato quello che i pokeristi chiamano “all in”. Tutto in una mano. Non si è risparmiato nemmeno domenica sera quando girava per i seggi andando a prendere le vecchiette per portarle a votare. E’ un proprio un “animale” politico (le malelingue si fermano al primo sostantivo…) con un fiuto fino a dispetto dei detrattori che erano, sono e rimarranno ancora tanti. Spietato come “l’uomo dal guanto”, un quadro di Tiziano (non Mariani…) Giacinto non nasconde di essere contento. Molto…
PIETRO DI SALVO
Due paroline buone. Più di due visto che il suo arrivo in Fratelli d’Italia in Brianza ha portato al partito di Giorgia Meloni un consigliere comunale proprio a Seregno. Il vecchio di età, ma giovane nell’entusiasmo, si è speso come un ragazzino assieme ai suoi scudieri per far vedere che a destra c’è ancora qualcosa che non siano slogan fittizi da campagna elettorale. La vittoria di Mazza al secondo turno è un po’ anche la sua nonostante l’incazzatura per il mancato apparentamento sulla scheda. Ma Pietro o Piero come lo chiamano gli amici ha saputo trattenere la grinta da sanbabilino anni Settanta. L’età, il tempo, la ragione lo ha portato a riflettere
SCENDONO
Mi viene in mente ciò che diceva Antonello Venditti in una sua canzone della Matematica. Parafrasando: la politica non è il suo mestiere. A Seregno non ne ha azzeccata una su mille. Nemmeno se si rimette a tavolino rifà tutti gli errori che ha commesso. L’abbraccio “mortale” con Tiziano Mariani e la sua listarella civica. Il mancato appoggio a Mazza nel secondo turno. Quei 250 voti ottenuti da Comunione e Liberazione lasciati in libertà o andati a sinistra. Contento lui, contenti tutti. Soprattutto felice Mazza che si è liberato in un colpo di lui e della maestrina Giuliana Colombo. Per fortuna del centrodestra Carugo tornerà a fare “danni” altrove…
Mancò la fortuna non il valore per carità, ma quell aria studente esonerato nell’ora di ginnastica non gli ha giovato. Per gli elettori di Seregno è stato un po’ come il compagno del banco di mezzo delle scuole medie che a distanza di anni non ti ricordi il nome ed hai una vaga fisionomia di chi fosse. Poca grinta, poche idee, una campagna elettorale giocata all’attacco senza avere dalla sua il Messi della situazione. L’abbraccio poi con la Lista civica di Pietro Amati avrà pure portato qualche spintarella in termini di voti, ma non è stata capita dagli elettori di Seregno. E’ riuscito nel suo grigiore ad invertire una tendenza che vedeva il centrodestra soccombere sempre al secondo turno nonostante il distacco abissale del primo.
Come non poteva scendere. Di lui domenica sera nemmeno l’ombra. La dimostrazione vivente che la vecchia politica ormai è tramontata. Era partito già vincitore con un baule di certezze è arrivato lui dentro un sacchetto. Quello dove ci son stati tutti i suoi voti. Una campagna elettorale faraonica per Seregno la sua. Con tanto di bombardamento mediatico giornaliero e pure con il prete venuto a benedire la sede elettorale o a dare l’estrema unzione… politica. Del resto i suoi assistiti dall’agenzia di assicurazione gli vogliono bene e hanno deciso di non privarsi di lui come privato. Troppo bravo. Come assicuratore è infatti sicuramente al top, sulla politica è rimasto al tap…