Elezioni regionali Brianza si ride. Premetto che l’articolo sarà breve. Jimi Hendrix era mancino ed è stato un genio della musica. Così come Kurt Cobain. Albert Einstein della Fisica. Leonardo, Michelangelo nell’arte. Certo Barack Obama pure lui era mancino. Rosario Mancino da Agrate non lè nelle mani, ma nel cognome. Dopo l’esclusione dalle liste regionali come candidato di Fratelli d’Italia per motivi di incandidabilità rilevata dalla Commissione circondariale, arriva la sua rinuncia alla corsa. Nei messaggi che sta spedendo urbi et orbi accanto alla lettera di rinuncia (non spiega perchè) allega vari certificati. C’è quello dei carichi pendenti (ma la sentenza sua è definitiva). C’è quello del casellario giudiziario (ma ha avuto la non menzione). Quello che non c’è è proprio il motivo della sua rinuncia. Ce lo spiegasse.
Elezioni regionali Brianza la “suposta”
Lui lascia perchè gli organi preposti al controllo delle candidature hanno sindacato una sua irregolarità. Se fosse andato avanti avrebbe rischiato pure un’altra denuncia. Incandidabilità che risulta dalla legge che impedisce a chi è stato condannato di candidarsi se la pena supera i sei mesi. E lui ha preso un anno. Al Senato dove il “nostro” Rosario Mancino pure era in corsa a settembre, il limite è due anni. C’è un termine latino che nel corso degli anni ha assunto un significato estremamente negativo. Quest’ultimo non si adatta assolutamente a Mancino, ma la sua accezione originale latina sì: deficente dal latino “deficio”. Mancante appunto. E lui mancante lo è stato. Ora parla di ricostruzioni fantasiose. Di invenzioni nostre. Ci spieghi, emulo (nel cognome) di quelli citati sopra, come mai uno che era già in campagna elettorale da tempo (vedere i suo post che conservo) avrebbe dovuto rinunciare. Ci spieghi la sua condanna. Ci sono 27 buone ragioni per farlo (per chi non avesse capito sono le firme che lui nel 2016 aveva artatamente certifico come pubblico ufficiale ed erano farlocche). Attendiamo. Dalla sua risposta potrebbe nascere una terza puntata della saga.
Marco Pirola
