Dove eravamo rimasti? Più o meno a dieci mesi fa quando la nostra idea di raccontare un’altra Brianza era naufragata. Uccisa da trombe, tromboni, trombette e pure trombati. Certo, questa avventura prende l’avvio da quell’esperienza durata otto anni, ma non si propone solo come naturale continuazione.
Vuole essere qualcosa di più. Attualmente, la Brianza della cronaca, della politica e anche delle inchieste giudiziarie ci rappresenta una realtà che assomiglia a certi film western di Sergio Leone con la facciata del saloon fatta di cartone. Dietro tanti “tubi innocenti” che sorreggono la struttura fittizia, di cartone appunto. Riuscire a “bucare” questa verità precostituita è il nostro obiettivo irriverente.
Non so se sempre saremo all’altezza del compito, ma ci proveremo con la nostra buona volontà e le nostre forze. Attualità, politica, sport locale. A noi della casalinga che si ustiona con il cerino ed ha quindici minuti di prognosi non interessa. Della politica fatta di “veline” contrabbandate come Vangelo in cambio di soldi per mantenersi, ancora meno.
E nemmeno ci servono i mattinali e verbali “sapientemente” messi in bocca a colleghi sottopagati dalle rispettive testate che prendono la notizia a tempo di record senza fatica e qualche volta senza fare troppe domande. Magari scomode.
Vogliamo essere liberi di scrivere. Almeno ci proveremo. I detrattori, che non mancano sin da queste prime battute, non mancheranno in futuro. Pazienza, tireremo dritto per la nostra strada, convinti di trovare compagni di viaggio che la pensano, nonostante tutto, come noi.
Marco Pirola