Droga Monza e Brianza arresti a raffica

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Cocaina a fiumi. Con l’operazione “oro bianco” 14 finiscono dietro le sbarre

Droga Monza e Brianza un punto per i finanzieri. Anzi 14 se si tiene conto delle manette. Tre italiani e il resto albanesi. Cocaina a fiumi trattata dalla banda. In galera una banda che risiede in provincia di Monza e Brianza, Lecco, Como, Milano e Savona. Anzi risiedeva. Grazie alla Guardia di Finanza di Lecco. Cinque i cittadini albanesi arrestati nel monzese, D.E. 63 anni, H.O. di 33, R.B. di 47, S.G. di 36, e S.A. di 38 residente a Vimercate.

Droga Monza e Brianza: l’operazione

Le indagini, coordinate dalla Procura di Monza, sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecco. L’operazione ha preso il nome di “Oro blando” con riferimento alla cocaina, lo stupefacente più redditizio smerciato dalla banda.

Droga Monza e Brianza una donna come pusher

Le indagini sono partite da un albanese referente dell’organizzazione che operava senza troppi problemi tra la Spagna, Albania e l’ Olanda. Gli uomini della Finanza di Lecco hanno individuato un corriere. Un camionista, sempre di nazionalità albanese, responsabile dell’importazione di oltre due quintali di cocaina dalla Spagna e dall’Olanda. Come escamotage utilizzava una società di autotrasporti, con sede a Cantù gestita da un albanese, N. F., nato nel 1962 e residente a Monza, arrestati anche altri autisti tra cui una donna di 40 anni albanese.

Droga Monza e Brianza il colpo grosso

Tutto ha preso il via nel 2015. Un cittadino un albanese, T.I., 33 anni, residente nel Monzese, viene fermato a Brescia con 20 chili di cocaina e 200 mila euro in contanti. In seguito l’arresto di un italiano, M.C., 33 anni, originario di Lecco, bloccato nel 2016 dopo che si era dato alla fuga speronando un’auto dei finanzieri e innescando anche una sparatoria.

Cinque i cittadini albanesi arrestati nel monzese, D.E. 63 anni, H.O. di 33, R.B. di 47, S.G. di 36, e S.A. di 38 residente a Vimercate. Altre tre albanesi finiti in manette risiedevano a Milano, Como e Savona oltre che un altro cittadino italiano residente a Novara.

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