Raccolta fondi per i cristiani siriani che vogliono ricostruire la chiesa distrutta dalle bombe dell’Isis
Cristo si è fermato a Monza. Veste i panni di un monaco ortodosso. Padre Michael. Ma anche di un oste nostrano. Mario Galbiati. Pure di una quarantina di ragazzi di destra dell’associazione “Una voce nel silenzio”. Sì, proprio loro. Quelli cattivi che l’immaginario di sinistra vuole tutti saluti romani e calci in culo agli avversari. Niente di tutto questo c’era ieri sera a Monza. C’erano solo ragazzi desiderosi di dare la mano ad un prete ortodosso che con grande umiltà e ancor più dignità, è venuto a bussare. Per la sua chiesa disintegrata dall’Isis occorre tutto. E loro, i cattivi, stanno raccogliendo soldi per le panche in legno. Quello che possono. Per i cristiani di Siria anche una semplice panca di legno per la chiesetta, può essere tanto.
Cristo si è fermato a Monza, la chiesa distrutta
Alessandro Piazza per gli amici solamente Ciano, ha la faccia da bravo ragazzo. Di quelli che si alzano la mattina alle 6 per lavorare. Dietro ai tatuaggi ha un cuore d’oro. Stefano Pavesi poi ha modi gentili nonostante quello che sostengono gli avversari. Accanto al prete ortodosso ci stanno benissimo. Le loro credenziali poi sono nei fatti. Aiuti alla Palestina, ai cristiani di Siria, e non solo le parole dei convegni. Loro si danno da fare come decine di altri fedeli sul posto ed in Italia. Perché quella chiesa ha una caratteristica: viene ricostruita solo ed esclusivamente con le offerte dei parrocchiani. Padre Michael nella sua omelia introduttiva alla cena di finanziamento, dice più volte che loro, laggiù tra una bomba e l’altra, hanno aiutato ed aiutano tutti. Senza guardare in faccia a nessuno. Soprattutto senza chiedere nulla in cambio. Di questi tempi e con tali chiari di luna.
Cristo si è fermato a Monza, la serata
Una sera qualunque. Di quelle che Dio manda in terra da secoli. Giù dal Mario. Appuntamento nell’avamposto di via Manara. Con l’ oste per eccellenza che difende con padelle e barzellette una Monza che fu partendo proprio dalla tradizione. Tradizione. cristiana quella portata avanti dal progetto “Una voce nel silenzio”. Che poi è quello di donare un futuro migliore alla comunità umana che gira attorno alla chiesa di St. George di Homs in Siria. Cristiano ortodosso è padre Michael che sta girando la Lombardia come fra Galdino di manzoniana memoria alla ricerca di tutto. Aiutato anche da molti preti cattolici, qualche politico come Andrea Arbizzoni. Una settimana in giro per il nord e centro Italia. Una settimana per poter raccontare la sua vita, cambiata certo dalla guerra, ma anche per questo ancora più salda nella fede e nella speranza.
Cristo si è fermato a Monza, il progetto
Il progetto solidaristico “Nella casa del padre” promosso dall’associazione “Una Voce Nel Silenzio” nasce nell’inverno del 2018. L’obiettivo prefisso è quello di poter donare un futuro migliore alla comunità umana che gravita attorno alla chiesa di St. George di Homs. La chiesa, distrutta nel 2012 durante la guerra, è stata ed è un punto di riferimento assoluto per gli abitanti di tutto il quartiere. Ha offerto anche nei momenti più drammatici un porto sicuro dove poter trovare rifugio, ma anche per tutte le attività rivolte ai giovani e ai meno giovani che, nonostante le mille difficoltà, ha sempre portato avanti. Nel 2012 la chiesa di St. George era un cumulo di macerie, oggi è stata quasi completamente ricostruita.
Marco Pirola