Crisi: il Monza non vince più nemmeno contro l’Olginatese

Il Monza è in crisi e non sa più vincere, anche l’Olginatese si impone al Brianteo

Crisi. Sconfitta. Figuraccia. Missione fallita. Chiamatela come volete. Il Monza, dopo il fortunato pareggio in quel di Sondrio, era chiamato a una prova d’orgoglio contro l’Olginatese. Che non è certo il Barcellona. Così non è stato. I ragazzi di mister Salvioni, contestato sin dai primi minuti, escono con le orecchie basse dal Brianteo rimediando l’ennesima figuraccia in questo campionato. Ed è crisi nera. Una sconfitta senza scusanti. Secca.

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CRISI MONZA PRIMO TEMPO – La prima frazione di gara si conclude sullo zero a zero. Un Monza sterile e senza gioco e tanto meno idee. Sono gli sbadigli e la noia dei pochi spettatori presenti, i veri protagonisti dei primi quarantacinque minuti. Degno di nota lo striscione esposto dalla Curva Pieri in favore dell’ex capitano Iacopino, dopo l’assoluzione di quest’ultimo dalle accuse di calcioscommesse. Un’accusa che a tanti era sembrata, sin dall’inizio, assurda e che finalmente si è conclusa positivamente per il capitano di tante battaglie. In questo caso è proprio vero che “esiste un giudice a Berlino”. CRISI MONZA SECONDO TEMPO – Nella seconda frazione di gioco la musica non cambia. Anzi peggiora. Se fosse possibile. Per i biancorossi di casa: al 73’ Rossi trafigge Ravetta da breve distanza. Per il Monza cala il sipario e si alzano i toni del nervosismo dei tifosi. Sotto una pioggia di fischi e una contestazione sempre più dura, il Monza cerca una timida reazione che si spegne però subito dopo l’occasione da gol sprecata in maniera goffa dall’attaccante Soragna (uno dei pochi insieme a Palazzo a meritare la riconferma). Ormai è ufficiale: questo Monza è in piena crisi. Una squadra fragile mentalmente, incapace di produrre gioco e timorosa al cospetto di qualsiasi squadra avversaria. Le colpe, forse sono da dividersi in parti uguali tra giocatori, allenatore e dirigenza. Adesso più che guardare la vetta della classifica bisogna stare attenti alle spalle, il rischio di scivolare nella palude della zona playout si fa sempre più concreto. La dirigenza in questo momento estremamente difficile deve dare un segnale forte, perché le chiacchiere stanno a zero, come i risultati e soprattutto come la pazienza dei tifosi.

Andrea Arbizzoni 

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