Edoardo Mazza e quei fantasmi che arrivano dal passato
Corruzione Seregno la rapida ascesa politica dell’avvocato ciellino per “conquistare” Seregno. Edoardo Mazza aveva tutte le credenziali per scalare in fretta la politica della cittadina brianzola. Sino a lunedì mattina quando il magistrato gli ha messo le manette e lo ha apostrofato come “lo zerbino del boss”. Ora i suoi consiglieri si stanno dimettendo in massa per evitare lo scioglimento del Comune per mafia.
Corruzione Seregno: il personaggio
Spigliato nei modi, presentabile, simpatico. Ci sapeva fare insomma. Ci credo sia svenuto quando i carabinieri hanno bussato, all’alba di lunedì, alla sua porta. Spigliato. Come durante un convegno alla sala Aldo Moro della Camera dei Deputati in quanto amministratore di Seregno. Era il maggio 2016, un anno dopo la sua elezione. Mazza si era districato alla buvette di Montecitorio con “savoir faire” tra una battuta e un caffè a “prezzi di saldo”. Oppure domenica mattina (24 ore prima dell’arresto ndr) davanti alla sede della Provincia di monza e Brianza. C’era da sostenere il candidato di Forza Italia Riccardo Borgonovo e lui non aveva fatto mancare l’appoggio suo e dei suoi fedelissimi. Strette di mano pacche sulle spalle e via verso le urne.
Corruzione Seregno: la rapida ascesa
Edoardo Mazza appare sulla scena politica che conta nel 2010. A Seregno ci sono da fare le liste per le elezioni comunali. Dentro Forza Italia è la solita guerra civile per esserci. Allora responsabile di zona era Attilio Gavazzi, Attilione per gli amici, già vicesindaco. A lui spetta la prima cernita dei candidati. Gavazzi si oppone fermamente all’inserimento in lista di due candidati “chiacchierati”. La decisione viene portata ai vertici regionali di Forza Italia perché quelli provinciali (Elena Centemero vice segretario provinciale vicario ndr) se ne lavano le mali preferendo fare Ponzio Pilato e non mettersi contro Mario Mantovani che li appoggiava. Gavazzi, grazie all’aiuto di Guido Podestà, la spunta e i due rimangono fuori. Ma è al momento della formazione della giunta del secondo governo Mariani che per Gavazzi arriva il problema “serio”. Edoardo Mazza appunto.
Corruzione Seregno: l ciellino che salta i gradini
Si svolgono le elezioni, Lega e Forza Italia trionfano. C’è da fare la giunta. La poltrona bollente dell’Urbanistica è contesa. L’ala ciellina di Forza Italia (allora Pdl ndr) aveva portato in Consiglio comunale due persone: Guido D’Auria (ex Forza Italia poi emigrato nell’Ncd) ed Edoardo Mazza. Il primo era stato riempito di preferenze, il secondo era considerato dai ciellini locali come “ruota di scorta” da utilizzare in Consiglio. Il posto sulla carta sarebbe dovuto andare al più votato, ma Comunione e liberazione aveva deciso il contrario. Lo stesso Maurizio Lupi allora intervenne direttamente per sponsorizzare Mazza alla carica di assessore. Attilione questa volta non riesce a parare il colpo nonostante si sia messo di traverso.
Corruzione Seregno: un fantasma dal passato
Edorado Mazza diventa assessore all’Urbanistica. Subito si distingue per una serie di “prese di posizione” decise in materia di mattoni e territorio, ma anche politiche. Come quando Mazza e Ciafrone firmano una lettera indirizzata a Giacinto Mariani in cui si intimava di togliere le deleghe a Gavazzi. Pena le dimissioni di otto consiglieri comunali della maggioranza. Motivo del contendere una concessione edilizia tanto per cambiare. Un terreno cui Gavazzi aveva bloccato l’edificabilità per mancanza di requisiti salvo poi scoprire che il tecnico fosse suo genero. La pratica fu sbloccata subito dopo l’allontanamento dell’Attilone dalla giunta. Mazza subito dopo firma una delibera in cui il Comune di Seregno si costituiva Parte civile contro Gavazzi chiedendo 350mila euro di danno d’immagine. La procura di Monza poi ha fatto resto con la richiesta di 3 anni e mezzo di reclusione.
Corruzione Seregno: il silenzio della Lega
La vicenda degli arresti crea imbarazzo anche dentro la Lega. Un’assessore all’Urbanistica fresca di nomina e di età che si dimette in Primavera (Barbara Milani) per motivi mai chiariti. Ma è dentro la sezione della Lega di Seregno che il malcontento cresce nei mesi successivi. Poco prima dell’estate scoppia una vera e propria insurrezione della corrente ostile a Giacinto Mariani e capeggiata dal nuovo segretario provinciale Emanuele Pellegrini. Minacciano di stracciare le tessere. Interviene l’onorevole Paolo Grimoldi, massima autorità tra i Giovani padani, per sedare la rivolta. Risultato? Il commissariamento della sezione. Tutti zitti, Giacinto Mariani non si tocca, sentenzia Grimoldi alzando gli scudi. Sino a lunedì mattina…
Marco Pirola