La situazione peggiora, ma si reagisce. La Candy torna e birra di Codogno al Carrobiolo
Coronavirus medici in prima linea. Sembra una puntata di Grey’s anatomy o se volete del più accomodante dottor House. Ma la realtà supera la fantasia e l’emergenza avanza anche da queste parti. Monza e la Brianza però non si arrendono al nemico silente, ma cercano di reagire. Un medico di base a Vedano risulta positivo al Coronavirus e scrive a tutti i suoi pazienti avvisandoli tramite sms. Invita a seguire e direttive del Ministero senza traumi. Vecchia scuola, lo conoscono tutti e di lui si fidano. Un altro a Cesano Maderno si autosospende. Identica professione di fede nelle capacità della task force che si batte contro il “fetente” virus. Come direbbero a Napoli. Migliaia di pazienti in cura tra tutti e due.
Il Comitato di guerra al virus e i soldatini del San Gerardo
In Prefettura a Monza si riunisce il Comitato “di guerra” al virus dalle capacità esponenziali di diffusione. Tutte le autorità di ogni ordine e grado, senza distinzioni politiche, a rapporto dal Prefetto. L’ospedale San Gerardo è in prima linea e medici ed infermieri stanno facendo i salti mortali. In alcuni reparti mi ricordano il “sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern. Fanno i miracoli con quello che hanno proteggendo i pazienti contro il nemico invisibile. Disinfettano tutto quanto. Telefonate rassicuranti a centinaia. Una parola per tutti. Il mio vecchio maresciallo della Naja sarebbe fiero di loro. Me lo immagino sulla collinetta a gridare con linguaggio da educanda: “Qui non si molla un cazzo…”. Ecco più o meno quello che succede in alcuni reparti sin dalle prime luci dell’alba. Le bilance pulite come l’argenteria nel negozio di Cristofle a Milano. Non si sa se sia utile, ma aiuta il morale. Distanza di sicurezza anche sulla cyclette della riabilitazione e appuntamenti ridotti. Ma c’è una Brianza che cerca di reagire senza assaltare supermercati.
Coronavirus medici contagiati e fratelli di birra
Il locale “La Birra del Carrobiolo” di Monza questa sera (venerdì 6 marzo ndr) attacca alla spina i fusti del Birrificio BrewFist di Codogno città epicentro del contagio. Un modo per dire ai colleghi: “non siete soli”. Tra distanze regolamentate, divieti di assembramento, il birrificio di piazza Indipendenza, ci prova. Quanti avranno voglia di sfidare il virus non si sa ancora. Per una volta il birrificio famoso in tutta la Brianza non avrà le sue etichette artigianali attaccate alla spina, ma dei fusti in arrivo da un birrificio di Codogno, nella zona rossa lombarda dell’emergenza Coronavirus.
Coronavirus medici e lavatrici di ritorno
Da buoni brianzoli business is business. La Candy dopo aver delocalizzato (dicono quelli che parlano bene e scrivono meglio di me) in Cina, cambia idea. Torna a Brugherio da dove era partita la famiglia Fumagalli decenni fa. Venduta ai cinesi prima. Riacquistata un anno e mezzo fa. Ora ritorna la produzione in Brianza. La fabbrica acquistata con tutto il gruppo della famiglia Fumagalli dal colosso cinese Haier nell’ottobre del 2018, aumenterà i livelli produttivi per accorciare la catena logistica. Meglio produrre vicino al consumatore, ragiona la nuova proprietà. E tra febbraio e marzo meno cassa integrazione per gli operai italiani, che suppliscono lo stop dovuto al Coronavirus in Cina. Ci voleva un virus letale per far capire al mondo degli affari che la musica è cambiata. Pazienza. Meglio tardi che mai.
Marco Pirola
P.S.
Nel mio piccolo, da brianzolo cardiopatico e quindi categoria a rischio, anzi doppio rischio, contribuirò. Visto che la lavatrice e il frigo l’ho già, non mi resta che un boccale di birra stasera. Alla faccia del mio cardiologo e del virus maledetto perché c’è anche chi sta peggio di me e bisogna dare una mano…