Autodromo di Monza: il contratto lo paga lo Stato

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Autodromo, Formula 1. Il contratto lo paga lo Stato. A dividere Monza dal “suo” Gran Premio ci sono una montagna di soldi. Quelli che chiede Bernie Ecclestone che sabato ha incontrato i vertici di Aci Milano e Sias (la società che ha in gestione la pista monzese). Al di là della simpatia e dell’ottimismo di Ivan Capelli c’è l’ostacolo non solo sui 25 milioni di euro che il patron inglese chiede per correre in autodromo, ma una domanda sorge spontanea: chi paga? Visto che il circuito monzese esce da una crisi finanziaria prima ancora che di uomini ed idee. Lo scoglio di “chi caccia il denaro” sta per essere superato tanto è vero che Maurizio Lupi, rappresentante del governo e lo stesso Roberto Maroni, governatore della Lombardia, non si sono tirati indietro. L’effetto collaterale di un rifiuto farebbe presa sull’elettorato di centrodestra locale in maniera devastante. Monza da sola non sarebbe in grado di onorare una simile cifra senza l’appoggio governativo. La sinistra “sorniona” del primo cittadino Roberto Scanagatti, gioca di rimessa. Un catenaccio in attesa di fare goal. Se va bene alla sinistra nazionale di Renzi perché non dovrebbe andare bene a quella brianzola? Tanto più che poi sarebbe proprio quest’ultima a raccoglierne i frutti. Ed allora anche la sinistra di Monza riscopre l’autodromo. Due anni di governo Scanagatti e il circuito di Formula 1 più famoso al mondo sembra avere superato d’incanto problemi e polemiche che ne avevano caratterizzato la sua esistenza quando Pd, Pds e similari erano all’opposizione. Un gioco di rimessa che in questi giorni ha pure riscoperto la bellezza e bontà delle manifestazioni in piazza “inventate” sul finire degli anni Novanta (MonzaPiù) da un’assessore (cesare boneschi, lo scrivo minuscolo perché il soggetto non gode delle mie simpatie da anni, ma che qualche geniale intuizione l’aveva avuta. Iniziative sempre osteggiate in Consiglio e fuori ed ora cavalcate da una sinistra di governo che si riscopre pure festaiola. Sul circuito a trattare con Ecclestone (un’autentica rogna…) ci vanno esponenti legati al centrodestra. A mettere i soldi è qualcun altro e a raccogliere i frutti Scanagatti. Il ragionamento non fa una grinza. Una domanda a chiudere: ma che fine hanno fatto gli ambientalisti utilizzati in anni passati proprio dalla sinistra contro un centrodestra spesso imbelle e pauroso? Non servono più. Sono spariti come i voti di Forza Italia del resto…

Marco Pirola

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