Concorezzo, c’è anche la Brianza tra i protagonisti del recupero della Costa Concordia. Precisamente si tratta della KSB, azienda leader con sede a Concorezzo, nella produzione e vendita di pompe e valvole. E proprio delle valvole a farfalla prodotte in Brianza si sono rivelate strategiche per rimuovere dal largo delle coste del Giglio lo scheletro della nave naufragata il 13 gennaio 2012. KSB ha prodotto delle valvole a farfalla – in tutto 328 – che hanno funzionato come un vero e proprio “timone” di galleggiamento e di sicurezza alla Costa Concordia.

Sui lati dei 30 cassoni che hanno fatto e stanno facendo da galleggiante allo scafo, ci sono appunto queste valvole che, azionandosi, determinano il livello di emersione dello scafo. Come si diceva, si tratta di 328 valvole di cui 120 per la pressurizzazione del serbatoio, 60 per la ventilazione, 2 per il sistema ad aria compressa, 120 sommergibili a 30 metri di profondità e 24 per la profondità a 40 metri. I test, prima del debutto sulla Concordia, si sono svolti negli stabilimenti di Concorezzo. Prima della partenza, una squadra di tecnici di KSB è tornata sulla nave per verificare lo stato e la sicurezza dell’operazione. Si è trattato, a suo modo, di una sorta di super esperimento anche per KSB: “Nessuno poteva vantare un’esperienza di questo tipo – spiega, infatti, Guglielmo Cristao, responsabile General Business di KSB – perché non era mai stata tentata prima. Siamo stati estremamente attenti ad ogni dettaglio, dalla scelta dei prodotti fino all’installazione sulla nave. Inoltre la scelta di utilizzare dei rimorchiatori e non la chiatta semi – sommergibile, ha dato un ruolo fondamentale ai cassoni e quindi alle valvole. Eravamo una parte fondamentale del ‘salvagente’ della Concordia”.

I risultati sono stati quelli che hanno visto tutti: “È stata una fornitura inedita – aggiunge Riccardo Vincenti, Consigliere delegato dell’azienda – e siamo orgogliosi di avere contributi a restituire all’Italia e al mondo l’isola com’era prima del naufragio”. Con l’arrivo a Genova, il lavoro non è però finito. A seguire, infatti, una serie di controlli per la totale messa in sicurezza della nave nel bacino dove per mesi proseguiranno le operazioni di smantellamento.