Puntuale come le tasse, e più di una rondine a primavera, la coda di macchine per le vie di Monza è la conferma ufficiale per tutti i brianzoli che “la settimana” del Gran Premio è arrivata.
Inevitabile, insuperabile e onnipresente, la fila di auto che si dipana per le vie che circondano il parco e l’Autodromo è una delle tre cose più odiate dai monzesi di nascita e adozione, che per tre giorni l’anno si ritrovano catapultati in un traffico da metropoli americana, o cinese considerati i trend dell’ultimo decennio, decidendo saggiamente di riporre il proprio mezzo (utilitaria, berlina o Suv che sia…) in garage per almeno tre giorni o rinunciando, nei casi più estremi, persino a mettere piede fuori di casa.
Sì perché il vero monzese il GP di Monza se lo guarda in tv, accompagnando le immagini delle regia internazionale con il frastuono dei motori che si propaga dalle mura del parco. E no, non bastano i piani speciali del traffico – l’ultimo (qui l’articolo) è stato varato proprio in occasione di questa edizione dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di incentivare l’uso dei mezzi pubblici –: lei, la coda del Gran Premio, sarà lì ad aspettarci; su Viale Cavriga o Cesare Battisti, in direzione Valassina o Tangenziale. E diciamoci pure la verità: se non ci fosse un po’ ci mancherebbe; insieme alla voglia di sentirci fieri abitanti e privilegiati spettatori della Monza per tre giorni caput mundi.
Quindi “Caro Bernie” (cit.), anche se difficilmente potrai capire, prenditi pure i soldi e lasciaci per favore il nostro amato Gran Premio, insieme alla nostra “odiata” coda.
Teo Semoli