
Civati a Monza e Brianza tra addii, riunioni e una vendetta. Pippo Civati lascia il Pd, ma non il posto alla Camera. A Monza lo segue la fedelissima Tina Colombo che molla a sua volta il posto nella direzione cittadina del Partito democratico: Ma in in Brianza un’altra fedelissima di Pippo, la senatrice Lucrezia Ricchiuti preferisce stare dove sta: nel posto di senatrice appunto del Pd. Intanto a Monza i dissidenti contrari alla linea di Matteo Renzi rimasti nel Pd, si sono riuniti al Circolo Cattaneo per decidere il da farsi.
LA VENDETTA – Era il 15 febbraio 2011. Emanuela Baio eletta senatrice Pd a Vimercate, lascia il partito per approdare all’Ape di Rutelli. Pippo Civati con il “ras” del Vimercatese Enrico Brambilla scriveva:” «Rispettiamo Emanuela, il suo lavoro e le sue scelte, anche se le motivazioni dell’addio ci sembrano un po’ pretestuose. Sul merito di alcune di esse, pensiamo comunque che in un partito come il nostro ci si debba confrontare e alla fine scegliere, perché con le interdizioni non si va e non si può andare da nessuna parte. A Emanuela chiediamo quindi semplicemente coerenza, cioè di lasciare il posto a un’altra persona eletta dai cittadini che hanno votato il Partito democratico». Ora la senatrice chiede il conto a Pippo di usare la stessa coerenza.
CHI E’ CIVATI – Pippo Civati e’ nato a Monza lo stesso giorno di Barack Obama, il 4 agosto, lo stesso anno di Renzi, il 1975. Una carriera tutta monzese quella di Civati. Dal Consiglio comunale passando per il Pirellone dove fu eletto con una valanga di preferenze. La ribalta nazionale arriva nel 2010. Pippo Civati inaugurava la Leopolda con Matteo Renzi. Un sodalizio, presto rotto, nel nome della “rottamazione”. Due galli nel pollaio si capiva subito non avrebbero potuto convivere. Poi la sfida proprio con Renzi alle primarie per la segreteria del partito dell’8 dicembre 2013 alle quali arriva terzo, ma non troppo distante da Gianni Cuperlo.
IL PERSONAGGIO – Ha la battuta sempre pronta, il sorriso ironico e la capacita di trasformare in slogan anche il suo nome: “CiVoti” o “Ciwati”. Il suo blog è stato per anni uno dei primi e uno dei più seguiti in Italia. Studi di filosofia sul Rinascimento, dopo la maturità classica. Collabora con l’Università di Milano, con l’Istituto di studi sul Rinascimento e con l’Università di Barcellona. Ma la politica l’ha sempre avuta nel sangue.
GLI INIZI – Inizia coi Giovani progressisti, partecipando ai Comitati per Romano Prodi nel 1995, mentre è all’Universita’. Nel ’97 viene eletto nel Consiglio comunale di Monza. Poi diventa segretario cittadino dei Democratici di sinistra. Nel 2005 l’approdo in Consiglio regionale della Lombardia per l’Ulivo con 19.347 preferenze. Rieletto nel 2010. Civati guarda alla politica nazionale. Si fa notare tra i trentenni che avanzano nel nuovo Pd e nel 2009 entra nella direzione nazionale del partito. Viene nominato presidente del Forum per i nuovi linguaggi e le nuove culture. E’ tra i più attivi sul Web con un blog molto seguito, i cui post rilancia sui social network.
ANDIAMO OLTRE – Nel 2010 il consigliere lombardo chiama a raccolta i delusi del Centrosinistra con “Andiamo Oltre” e un simbolico “contratto a progetto” di tre mesi. Alla scadenza, rilancia con “Prossima fermata: Italia” e con Renzi anima l’appuntamento alla Leopolda di Firenze. I due “rottamatori” sembrano destinati a marciare insieme, ma presto si separano. Uniti dall’istanza del rinnovamento, hanno posizioni distanti su molti temi. Nel 2013 Civati sbarca in Parlamento, deputato per la prima volta e lancia la sua corsa per la segreteria del Pd. Non condivide la linea del suo partito sulle larghe intese e non vota la fiducia al governo Letta, ma quando il partito gli chiede di non votare la mozione di Giachetti sul Mattarellum, si adegua: “Alla fine faccio le cose sbagliate che mi dice il mio partito. Da segretario faremo le cose giuste”. Ora Pippo è alla conta dei consensi. I suoi di Milano gli hanno già voltato le spalle. In Brianza vendette a parte, si vedrà.
Marco Pirola
