SALGONO
FABRIZIO SALA
Anche se a volte sembra avere rubato lo stilista a Franco Giordano impeccabile nei suoi gessati d’ordinanza, lui è suo agio con giacca e cravatta. Ma anche in costume da bagno sfoggia un’eleganza rara e pure una magrezza invidiabile nonostante mangi di tutto. Tra Expo 2015, consoli e ambasciatori deve vedersela pure con l’organizzazione del partito in Brianza. Parlare di Forza Italia da queste parti è come raccontare un percorso che narra la storia del monte Calvario. Duro anche per uno abituato a perdersi nei boschi delle Groane. Del resto la sua intuizione è più che giusta. E’ inutile correre dietro ai “satrapi” locali. Si ammazzeranno da soli
Con quella faccia da bravo ragazzo riuscirebbe a venderti un’auto usata senza ruote. Non perché voglia imbrogliarti, ma semplicemente perché è convinto possa camminare lo stesso. E qualche volta riesce a farti partecipe di questo suo convincimento e vai via contento. Quando parla in Consiglio assomiglia ad un insistente venditore di polizze assicurative. Di quelli che entrano nel giardino della villetta senza far abbaiare i cani e non spaventano i bambini. Poi davanti alla mamma stupita, tirano fuori dalla borsa il contratto che viene regolarmente firmato. Si è vero, ogni tanto, quando non è in Consiglio comunale, divide il proprio tempo con “brutti ceffi” come Gerry Gerosa e AlessandroPanigada, ma sono sicuro che lo fa non primeggiare (ci vuole poco con i due), ma per tenersi in allenamento. Ora si è messo in testa di diventare collega di Schettino. No, non nello scrivere libri, ma nel prendere la patente nautica. Nobile intento per poter navigare nel mare magnum della politica monzese e rimanere a galla nella pozzanghera della vita.
Vai al canile per l’inaugurazione c’è lui. Vai all’iniziativa di partito ed è presente. Allo stadio, c’è. Poi in Consiglio comunale, all’Anci, in viale Libertà, nella sede di partito. Dove c’è qualcosa che si muove, c’è lui. Nemmeno il Piefranco Maffè dei tempi d’oro era riuscito a clonarsi in tale maniera. Onnipresente, ride, scherza, pensa. E a volte (spesso) per sentirsi vivo arriva a rimpiangere l’opposizione perché lui si diverte solo quando davanti ha qualcuno con cui giocare a calcio se no si annoia. Se il centrodestra continua così, l’unico modo per potersi liberare di lui a Monza è mandarlo a Roma come onorevole, sperando che l’età e ponentino dei colli lo costringano nella città eterna.
SCENDONO
Più che unire il centrodestra, lo divide. In un post su Facebbok invoca a gran voce le dimissioni dell’assessore al Commercio “comunista” per avere concesso i boschetti reali alle bancarelle egiziane, brasiliane, siciliane e calabresi e similari. E’ iniziata la sua campagna elettorale con due anni di anticipo. L’ex presidente della Provincia ha trovato sulla strada, come compagno, proprio un calabrese come Beppe Natale reduce dall’esperienza “disastrosa” della Lista civica e del consigliere comunale sfuggitogli. Con lui altri compari appartenenti ai “soliti sospetti”. La rincorsa ai temi padani da parte di Allevi per avere la nomination di candidato sindaco del centrodestra, lo mette in concorrenza con il leghista Massimiliano Romeo. Peccato che la casellina Monza nello scacchiere politico del centrodestra si giocherà a Milano e a breve. Ma l’importante è fare rumore sulle bancarelle egiziane, brasiliane, siciliane e calabresi così tanto per dire di esistere ancora. Finiti i bei tempi del Barracuda in cui i boschetti reali e similari venivano affidati solo a brianzoli doc
Le carte per fare il candidato sindaco del centrodestra le ha tutte. I giudici milanesi vogliono da lui altro tipo di carte e pezze giustificative. La sua battaglia contro Paolo Grimoldi per la leadership della Lega Lombarda per lui è stata come la campagna di Russia di mussoliniana memoria: iniziata male e finita peggio. Nemmeno è riuscito ad ottenere il numero minimo di firme per proporre la candidatura. Ora dovrà tornare a più miti consigli monzesi, ma soprattutto deve risolvere il problema “bi..stecche” padane. Quel rinvio a giudizio come consigliere regionale per avere usato soldi pubblici per pranzi di partito. Certo il suo sforzo per recuperare, almeno gli Ipad comperati e regalati ai legisti brianzoli, ci sono stati. Qualcuno dei beneficiari lo ha restituito altri lo hanno “fanculizzato”. Questi ultimi saranno stati amici dell’onorevole Grimoldi?
Pur di rimaner sindaco a Roma come onorevole sarebbe disposta a tutto. Anche a silurare il proprio assessore all’Urbanistica alla vigilia della presentazione del Pgt. Del resto come darle torto sull’argomento visto il lassismo del componente della sua squadra nell’affrontare i tempi urbanistici. Certo “quelli di prima” ci avevano messo qualche mese in più e speso molto di più. Capisco risparmiare, ma almeno leggere i documenti presentati in Commissione ed evitare figuracce. Concettina sa che nel gioco delle quote rosa potrebbe entrare nel novero delle candidate Pd in lista. Sa anche che arrivando sindaco all’appuntamento con le urne avrebbe buona possibilità di raccattare preferenze. Quello che noi lissonesi, umili mortali, non sappiamo che fine abbiano fatto le panchine da mille euro l’una “misteriosamente” sparite dalla piazza. Ci basterebbe questo, ma si sa, noi siamo semplici cittadini e non sempre modello e non candidati a diventare onorevole.