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PIPPO CIVATI
Contro i brontosauri del Pd brianzolo ha vita facile nei circoli targati Pd dove l’anima esiste ancora. Ha contro i capibastone e questa è la sua forza. Dai custodi dell’ortodossia comunista targata secolo scorso come Enrico Brambilla allo Zio Ponti, il Gigi di Cesano, il pretino del Pd. Da Roberto Scanagatti, uomo di partito prima che sindaco di Monza ad Alessia Mosca da Biassono più o meno coetanea di Pippo, ma soprattutto un tempo molto vicina alla scrivania del presidente del consiglio Enrico Letta. Agli inginocchiatoi o inginocchiarsi dei primi preferisce una nuova linea che non passa dalle scrivanie (incarichi). I maligni dicono che è un “fighetto”, aristocratico essendo nato all’ombra del duomo di Monza. Un tipo alla Josè Altafini anche se lui avrebbe preferito magari il Del Piero immortalato in uno dei suoi libri. A differenza della sua squadra del cuore (la Juventus) lui non parla agli arbitri (i big del partito) va direttamente al cuore della curva sud a sussurrare ai tifosi. |
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MIMMO GUERRIERO
Ieri al circolino Pd di viale Libertà sembrava un bambino con gli occhi lucidi a cui avevano appena regalato la maglietta della squadra del cuore (l’Inter). C’era Pippo Civati che veniva a votare nella sezione storica e lui il sindacalista dagli occhi azzurri, il fedelissimo, era già mobilitato sin dalle prime ore del mattino. Mimmo è uomo di squadra, un onesto centrocampista alla Lele Oriali che ha dato al Pd più di quanto abbia ricevuto. Ora con Pippo, suo amico da sempre, gioca la sua finale di coppa campioni. Sulla fascia, rigorosamente a sinistra, in attacco. Almeno a Monza devono correre dietro a lui.. |
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PAOLO ROMANI
Diavolo di un Romani (il paragone con Belzebù, visto che è massone dichiarato, non potrà che fargli piacere) è riuscito a rimanere a galla un’altra volta. Nei giorni della lotta tra falchi, colombe del Pdl lui è rimasto alla finistra in attesa che i rivali si scannassero. Poi ha scelto le pitonesse. E visti i suoi trascorsi paratelevisivi come poteva essere diversamente… In Brianza si è rimangiato il partito o meglio ciò che resta. Dopo aver fallito miseramente come assessore all’Urbanista a Monza ha rimesso la mani su Forza Italia. Quando non c’è parla attraverso l’oracolo del figlio Federico che porta agli adepti forza italioti il verbo del padre. Come nel caso della sua nomina a vicecapogruppo in Provincia. Nessuno parla, pochi fiatano, tutti accettano la sudditanza del già ministro. Del resto dopo aver piazzato la moglie Patrizia Zea in un Cda di una municipalizzata in Brianza. Dopo aver sistemato il rampollo Federico in un collegio blindato in Provincia. Dopo avergli “comprato” la casa a 100 metri da via Grossi. Dopo aver lasciato una schiera di fedeli esecutori come non possiamo dire che la Brianza è tecnologicamente all’avanguardia? Almeno nella banda larga… |