Coca: catturato boss messicano, era in Brianza

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Uno dei cocales più ricercato al mondo da qualche tempo aveva la sua base in Brianza

Coca, a fiumi. Non un piccolo spacciatore, ma un grosso cocales del cartello di Sinaloa capeggiato El Chapo. Non era mai capitato, in Lombardia, che un narcos del calibro di “Abc” venisse fermato. E che soprattutto si muovesse in Brianza, terra fertile per la ’Ndrangheta, attiva oggi più che mai nel settore degli stupefacenti. Basta dire come è stato arrestato per capire il colpo fatto dalla Polizia. Da mesi era controllato con pedinamenti da parte di agenti della Dea statunitense (l’agenzia antidroga Usa) che lo stavano seguendo ovunque. Anche in Brianza. Intercettazioni satellitari di tipo militare, monitorato 24 ore su 24, fotografo così come tutti quelli che si sono avvicinati. Venerdì gli agenti della Dea avevano avuto la certezza che il trafficante sarebbe partito dall’Italia con un aereo. In Brianza aveva avuto un appuntamento con un grosso acquirente. La partita di droga da piazzare era di qualche tonnellata di coca purissima che sarebbe arriva successivamente.

Coca: il nuovo mercato all’ingrosso passa dalla Brianza

Julio Cesar Olivas Felix, detto “Abc”, doppia cittadinanza messicana e statunitense è un pezzo grosso del mercato della cocaina. Lui non commerciava a grammi o chili. La sua unità di misura era la tonnellata. Non ancora 42 anni, un curriculum criminale tale da far impallidire i protagonisti di “Gomorra”. Svelto con la pistola e con gli affari cercava in Brianza alleanze con l’Ndrangheta calabrese che ha il monopolio dello spaccio all’ingrosso di coca in mezza Europa. Puntualità dei pagamenti alla consegna della merce, mai un reclamo. Affidabilità insomma.

Coca: la cattura del boss

Scena da film a Malpensa. Finti passeggeri che in realtà erano poliziotti. Agenti dell’antidroga travestiti da impiegati dello scalo, da piloti e pure da spazzini. E pure poliziotti veri che fingevano di fare i poliziotti “distratti” impegnati nei controlli antiterrorismo. Abc non aveva nulla da perdere e quindi molto pericoloso. Ad un cenno gli sono avvicinati in sette isolandolo. Manette e via in un auto della Polizia a sirene spiegate verso il vicino carcere di Busto Arsizio. L’hanno catturato alle 13 di domenica all’aeroporto di Malpensa. Olivas Felix detto “Abc”, è stato fermato dalla Polaria attivata venerdì scorso dalla Dea, l’Agenzia federale antidroga degli Usa. La Dea era ragionevolmente certa che “Abc” girasse per l’Europa e che, in particolare, da una settimana, gravitasse nel Nord Italia. Avuta l’imbeccata, lo Scip, il Servizio di cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol, ha messo in preallarme gli aeroporti di Malpensa, Orio al Serio, Venezia e Udine. Gli americani avevano insistito. Olivas Felix sta da voi e se ne andrà con un aereo. Ulteriori accertamenti hanno ristretto il cerchio, «isolato» la Brianza e lo scalo varesino. Il narcos, pezzo grosso del cartello di Sinaloa capeggiato da «El Chapo» Guzman arrestato a gennaio dopo la seconda evasione e una latitanza di sette mesi, avrebbe dovuto salire sul volo UX1066 della Air Europa, terza compagnia di bandiera spagnola, con destinazione Madrid forse per incontri o forse per far scalo e prendere un secondo aereo per il Messico.

Cocaina: il personaggio

Ha stupito che si muovesse in Brianza, terreno fertile per la ’Ndrangheta, attiva oggi più che mai negli stupefacenti. Contro Olivas Felix non c’erano inchieste e conseguenti ordini d’arresto. O meglio, non prima del 23 maggio quando i giudici del Texas avevano emesso un mandato di cattura per traffico di droga. In precedenza “Abc” era stato libero e non ricercato, tanto che aveva raggiunto l’Europa con il proprio nome sul passaporto superando i check-in degli aeroporti. La Dea gli stava lo stesso addosso. Ed è probabile che abbia aspettato di individuarlo in una nazione che permetta l’estradizione. Il boss era alla ricerca di nuovi mercati. Cambiare continente e pensare di sbarcare in Europa è difficile senza “sentire” la ’Ndrangheta. Al momento la Dea si è limitata all’obiettivo principale della missione: chiudere la carriera di “Abc”, che da gennaio avrebbe già mosso cinquecento chili di cocaina tra Messico e Usa. Però la sua parentesi brianzola potrebbe diventare molto interessante per la Polizia. Per capire chi ha incontrato e dove. Ci sarebbe una donna, nell’elenco delle persone cercate al telefono dal narcosi.  “Abc” non s’aspettava l’arresto. Anche nei movimenti italiani non avrebbe preso precauzioni e parlava abbastanza tranquillamente al telefono. Sottovalutava le mosse dell’antidroga, e insieme a lui lo sottovalutavano l’intero cartello di Sinaloa e lo stuolo di avvocati, spioni, politici e agenti comprati che compongono la rete dei narcos e che sono stati presi controtempo.

Marco Pirola

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