Cascinazza, come ti “frego” Berlusconi

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Di Marco Pirola

 Cascinazza Un incontro “segreto” per mettere la parola fine alla madre di tutte le battaglie urbanistiche monzesi degli ultimi 30 anni. E per Berlusconi si profila una mezza “fregatura” all’orizzonte in termini di aspettative monetarie. Si, perché per fare un “dispetto” indiretto al Cavaliere si è parlato di realizzare sull’area, non edilizia residenziale di lusso come ipotizzato sino ad ora, ma  economico popolare ed housing sociale per 150mila metri cubi. Molti meno di quanto gli ex proprietari si aspettassero, dovendo così rivedere al ribasso le aspettative di rivalutazione del contratto di vendita.

LA VICENDA Nel 2008 la cessione dell’area da parte della famiglia di Paolo e Silvio Berlusconi alla società “Lenta Ginestra”. Quest’ultima è del 70% di Brioschi sviluppo immobiliare del gruppo Cabassi e il restante 30% di Axioma real estate srl di un gruppo di imprenditori brianzoli con a capo una vecchia conoscenza anche della politica locale: Gabriele Sabatini. L’operazione fu preparata in un famoso studio di commercialisti in via Italia a Monza (Franco Vittadini & associati)

IL FATTO Di questo incontro sotto molti aspetti “inconfessabile” se parla da tempo. Lenta Ginestra ha sempre “dato il lungo” sull’oggetto così come bocche cucite in Comune. I rappresentanti della proprietà Cabassi (assente giustificato Gabriele Sabatini) hanno visto due pezzi da novanta dell’Amministrazione comunale monzese. L’assessore all’Urbanistica Claudio Colombo, 47 anni, in passato già avvocato dello studio di architettura Battistoni. Ma soprattutto Pino Riva, consulente speciale del sindaco di Monza Roberto Scanagatti. Ex dipendente comunale, Riva ha speso una vita tra partito e urbanistica per conto del Pci prima e del Pd poi una volta pensionato. Un fedelissimo che conosce la vicenda Cascinazza sin dalle origini. Anche meglio di Berlusconi. Un talebano fortemente ideologizzato che è sempre stato una delle spine nel fianco di chi si occupava di urbanistica nel centrodestra. Il vero cervello dell’Urbanistica targata Scanagatti che ha pur sempre la supervisione politica della materia.

IL CONTRATTO prevedeva per Paolo Berlusconi, oltre ai 40milioni di euro iniziali, un incremento esponenziale di questa cifra a seconda della volumetria che l’area avrebbe ricevuto. L’ex giunta del leghista Marco Mariani, ma soprattutto dell’assessore all’Urbanistica Paolo Romani, stava “trattando” su volumetrie di almeno il doppio di quanto si è parlato nella riunione “segreta”. Ben lontani dai desiderata dell’Amministrazione di Roberto Colombo che “sparava” cifre attorno ai 500mila metri cubi.

monza_cascinazza_progetto_288x414IL PROGETTO Gli architetti della famiglia Berlusconi avevano presentato, a metà degli anni 2000, un progetto per costruire un migliaio di appartamenti di pregio. La realizzazione è stata da sempre osteggiata dalla Sinistra e anche vista di traverso dai costruttori locali perché avrebbe fatto precipitare verso il basso i prezzi degli appartamenti di loro proprietà più di quanto ha fatto la crisi dell’edilizia. Oltre naturalmente ad intasare il mercato.

L’AREA La Cascinazza è un’area non urbanizzata di 55 ettari lungo il Lambro. Si trova nel Comune di Monza, al confine con i Comuni di Sesto San Giovanni e Brugherio e il Parco della Media Valle del Lambro

LA BATTAGLIA LEGALE Trenta anni di contenzioso con la famiglia Berlusconi poi le “rogne” con l’attuale proprietà. L’ultimo capitolo legale è iniziato a fine 2012. Lenta Ginestra srl ha presentato un ricorso al Tar in cui chiede al Comune il risarcimento di tutti i danni subiti per la mancata edificazione dell’area dopo che l’attuale Amministrazione di centrosinistra ha revocato la variante al Pgt redatta dalla precedente Giunta di centrodestra. Non solo, ha poi deciso di inserire i 55 ettari agricoli della Cascinazza nel sistema di parchi della media Valle Lambro, chiudendo così ad ogni futura possibilità di edificazione. Con la variante al Pgt revocata si prevedeva la possibilità di costruire almeno 420 mila metri cubi, di cui il 25% con destinazione residenziale. La richiesta di risarcimento avanzata chiede appunto un corrispettivo “pari al valore economico dell’edificabilità così venuta meno”, si legge nella notifica del ricorso arrivata in municipio, oltre a ulteriori indennità. Un valore non specificato, ma che sicuramente sarebbe stimato in decine di milioni di euro, forse anche 60. Non si sa come finirà, ma in ogni caso sarebbe un maxirisarcimento in grado di mettere in ginocchio il bilancio della città. Senza considerare il fatto che l’area è stata inserita nel Ptcp provinciale ed ha volumetrie superiori di quelle per cui si sta parlando ora. Per questo motivo si tratta, magari spostando i metri cubi da Cascinazza ad altre aree monzesi di proprietà della famiglia Cabassi al confine con Muggiò.

 

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