Cascinazza Monza, una battaglia senza fine come a Stalingrado ora lo scontro al Consiglio di Stato
Cascinazza Monza, una battaglia che assomiglia un po’ all’assedio di Stalingrado. La mossa del Comune di Monza di inserire l’area alla periferia di Monza nel “Parco della Media valle del Lambro“, ha scatenato una “guerriglia urbana” di carte bollate come nella migliore tradizione sull’argomento. E fin qui è roba da tecnici. Quello che segue è una delle ultime “schegge legali” della battaglia. Magari potrà anche non interessare, ma dal momento che nel bene o nel male (dipende dai punti di vista) Cascinazza e la sua ingarbugliata storia, fanno parte della mia vita giornalistica, non posso esimermi da scrivere questo ennesimo capitolo. Molto tecnico, tanto politico, ancora lontano dalla fine. Ringrazio anticipatamente quei quattro che riusciranno ad arrivare sino alla fine dell’articolo. Cose da tecnici certo, ma che volete, Cascinazza è anche questo oltre che materia per politici.
CASCINAZZA MONZA – Da una parte il Comune di Monza ha sbandierato l’ingresso di Monza nel Parco della Media Valle del Lambro e della “dote di circa 80 ettari, tra cui la vasta area di Cascinazza, su cui da tempo è caduta ogni possibilità di realizzare un insediamento residenziale”. Dall’altra c’è un dato di fatto. A fronte delle proposte e ipotesi formulate dal Comune, come emerso dal parere della Provincia di Monza Brianza reso sulla precedente variante di Pgt (oggetto di ricorso e motivi aggiunti pendenti avanti al Tar di Milano, Sez. II, n.r.g.2385/2014) la Cascinazza non risultava ancora compresa nel PLIS. A testimonianza di ciò, nei motivi aggiunti nel ricorso avanti al Tra, c’è scritto: “Più precisamente nella delibera consiliare di approvazione della variante particolare di PGT [deliberazione C.C. del Comune di Monza n. 77 del 29/09/2014 (pubblicata dal 14/10/2014 al 29/10/2014 all’albo pretorio …) ] il Comune afferma di aver ritenuto di “prendere in considerazione … quanto evidenziato a titolo collaborativo dalla Provincia di Monza Brianza” con comunicazione ad essa pervenuta con nota P.G. 78007 in data 7 luglio 2014. Di questa comunicazione non si ha copia, ma il contenuto è dal medesimo Comune sintetizzato nell’Allegato B unito alla delibera consiliare di approvazione qui impugnata ed in cui sono raccolte le proposte di controdeduzioni alle osservazioni presentate in relazione alla variante in questione.
CASCINAZZA MONZA: IL RICORSO – Ivi, infatti, si afferma che la “Provincia di Monza e della Brianza, esaminati i contenuti della Variante Parziale al Piano dei servizi e delle Regole del PGT vigente, ha ritenuto che la variante stessa non sia soggetta a verifica di compatibilità al PTCP. L’art.13, comma 5, della LR. 12/2005 prevede infatti che la Provincia valuti esclusivamente la compatibilità del Documento di Piano e, ai sensi dell’art. 15, comma 5, del Piano delle Regole nel caso in cui apporti rettifiche, precisazione e miglioramenti agli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico individuati dal PTCP. La variante in oggetto non rientra in alcuna delle due casistiche.”. Ciò posto si aggiunge che nella ricordata comunicazione della Provincia “Sono stati tuttavia, a titolo collaborativo, evidenziati alcuni elementi:
− ai sensi della DGR 6148/2007, l’inclusione di nuove aree nei PLIS esistenti ha efficacia al termine dell’iter procedurale che si conclude con il riconoscimento del nuovo perimetro da parte della Provincia;
− in assenza del riconoscimento dei PLIS di cui al punto precedente, previa individuazione del loro perimetro nel Documento di Piano, l’individuazione dei perimetri nel Piano delle Regole e nel Piano dei Servizi ha pertanto solo valore di “proposta per il futuro inserimento” delle aree nei PLIS;
− risulta perciò imprecisa la stesura proposta per le modifiche alle norme Piano delle Regole e nel Piano dei Servizi, laddove affermino che determinate aree sono “comprese nei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale”(art. 12 delle Norme Tecniche del Piano delle Regole e artt. 8 e 10 delle Norme Tecniche del Piano dei Servizi). Tali aree infatti, anche dopo l’approvazione della variante in oggetto, non possono essere considerate “comprese” nei PLIS, ma sono incluse in perimetri “proposti” per il futuro inserimento nei PLIS.
In considerazione di ciò, nel citato Allegato B il Comune ha precisato che “In accoglimento di quanto evidenziato dalla Provincia si ritiene di perfezionare le modifiche normative della variante evidenziando che si tratta di proposte per l’inclusione nei PLIS. Si propone pertanto di sostituire nelle Norme Tecniche, ovunque compaia la dicitura “comprese nei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale” con “comprese nei perimetri proposti per l’inserimento nei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale” (Allegato B cit. …).” (così quanto dedotto nei motivi aggiunti citati).
Marco Pirola