Cane gettato con una pietra al collo nel Villoresi si sospetta un ricatto

Rintraccaiata la proprietaria della setterina uccisa brutalmente

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L’ipotesi su cui gli inquirenti stanno indagando è terribile: un ricatto. “O ci dai dei soldi o ti uccidiamo il cane”. Una situazione sfuggita di mano ai rapitori innervositi dal comportamento del cane che ha fatto sì che il ricatto non fosse portato a termine e finisse tragicamente. Una settimana fa la scoperta del setter femmina trovata morta annegata nelle acque putride del canale Villoresi tra Paderno e Limbiate. Grazie al microchip la Asl è riuscita a rintracciare il proprietario. Una signora di Varese che aveva precedentemente sporto denuncia di scomparsa ai carabinieri. Non riuscendo a capacitarsi dell’allontanamento volontario del cane aveva scritto lasciando aperta l’ipotesi dello smarrimento, ma sollevato anche dubbi in merito al furto proprio per via del carattere estremamente socievole del setter femmina.

LA MOBILITAZIONE DEL WEB – Dopo il ritrovamenti il popolo del web si era scatenato in un crescendo rossiniano di adesioni. Era nato un gruppo “Giustizia per la setterina di Limbiate” che in poco tempo aveva raccolto migliaia di adesioni da tutta Italia. Gruppo che continua la propria attività per evitare il ripetersi di tali episodi. Un successo e rabbia crescenti tanto che della vicenda se ne erano occupati anche le televisioni nazionali mandando in onda un servizio. Un’associazione la “Lega del cane” di Milano si è messa a disposizione per sostenere eventuali azioni legali contro gli assassini che hanno compiuto il gesto da folli. Il gruppo “Giustizia per la setterina di Limbiate” si costituirà parte civile al processo.

LA VICENDA – Una pietra al collo di un cane legata stretta con una corda. Poi l’animale gettato nelle acque stagnanti del canale Villoresi in zona Limbiate. Una volontaria animalista che si cala dalle sponde viscide del canale e cerca invano di portarla a riva. Così è morto il cane femmina di razza setter di pochi mesi.

LA RABBIA DEGLI ANIMALISTI – Subito la notizia corre veloce sul web e qualcuno decide di dare giustizia al povero cane soppresso in maniera così brutale. Viene creato su Facebook un gruppo “Giustizia per la setterina di Limbiate” e piovono centinaia di adesioni da tutta la Brianza a sostegno del cane. Gli aderenti lanciano un appello affinché qualcuno che ha visto qualcosa si rivolga a loro per risalire agli autori del folle gesto. L’appello si chiude con un monito per far sapere a chi “ha figli che esistono persone crudeli”.

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